Manca un mese alla fine del primo semestre del programma cashback, ma i controlli anti-furbetti avviati dal Tesoro nei giorni scorsi agitano la platea dei beneficiari. Gli utenti che hanno aderito all'iniziativa con transazioni valide sono più di 7 milioni: in palio fino a 150 euro di rimborso, che verranno accreditati sui conti correnti degli iscritti al programma a partire da luglio a patto che abbiano compiuto almeno 50 transazioni elettroniche nell'arco del periodo. Sotto il fato del Mef sono finiti i micro-pagamenti effettuati a breve distanza l'uno dall'altro presso lo stesso esercente al solo scopo di scalare la classifica dei maggiori utilizzatori degli strumenti di pagamento digitali: i primi 100 mila avranno infatti diritto al super cashback, una vincita di 1500 euro a semestre che si sommerà a quella legata al cashback ordinario. I furbetti del cashback non rischiano sanzioni, ma si vedranno stornare dal conteggio le transazioni per importi irrisori non giustificate. Ad avvisare gli utenti soggetti a verifiche dei controlli ci ha pensato il Tesoro con una notifica sull'app Io.
Sono stati i gestori delle stazioni di benzina a sollevare per primi il problema delle mini-transazioni: i furbetti del cashback che frazionano i pagamenti per scalare più rapidamente la classifica dei maggiori utilizzatori di carte e bancomat, così da conquistare un posto tra i centomila fortunati che a luglio intascheranno il super cashback da 1500 euro, da gennaio infatti hanno preso d'assalto gli impianti di carburante aperti in modalità self-service, e c'è persino chi è arrivato a dividere un rifornimento da circa 7 euro in 62 pagamenti bancomat eseguiti in meno di un'ora.
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Il cashback voluto da Giuseppe Conte e partito in via sperimentale già a dicembre è stato riconfermato dal governo Draghi, ma continua a suscitare perplessità. Il programma, che assorbe quasi 5 miliardi di euro di risorse pubbliche, al momento dovrebbe durare fino alla fine di giugno del prossimo anno. Tuttavia non è escluso che sul cashback cali il sipario già a dicembre, quindi con un semestre di anticipo. Una mossa che consentirebbe allo Stato di risparmiare più di un miliardo di euro, da destinare ad altre iniziative anti-evasione.