Stop cartelle e licenziamenti, il governo accelera: a inizio settimana anche il rinvio della Tari

Stop cartelle e licenziamenti, il governo accelera: a inizio settimana anche il rinvio della Tari
Stop cartelle e licenziamenti, il governo accelera: a inizio settimana anche il rinvio della Tari
di Mario Landi
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Venerdì 25 Giugno 2021, 20:49 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 11:43

Sarà il governo ad intervenire per trovare una soluzione al nodo licenziamenti, ancora una volta puntando sulla mediazione del presidente del Consiglio, e lo farà, con ogni probabilità, usando la formula della selettività. L'approvazione del decreto Sostegni, prevista nella seconda metà di luglio, avrebbe richiesto troppo tempo considerando la scadenza del primo del mese. E la tensione nel Paese non manca: «Garanzie per i lavoratori è necessario che ci siano, sennò - ha denunciato il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese - esiste un rischio sociale».

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La strada sembra quindi quella di un decreto da approvare all'inizio della prossima settimana, una volta che Mario Draghi sarà stabilmente a Roma, per prolungare la cassa Covid - e quindi il blocco dei licenziamenti che finora ha viaggiato in parallelo - per i settori ancora in grave crisi.

La discussione sui criteri per identificarli è ancora aperta: finora tra i comparti considerati più vulnerabili si è parlato di tessile e calzaturiero, ma la messa a punto della misura potrebbe portare a una scelta meno tranchant, inglobando forse anche le aziende su cui sono aperti tavoli di crisi. Politicamente l'idea trova d'accordo Lega e Partito democratico. La prima porta avanti da tempo la necessità di tutelare il comparto moda, mentre i dem hanno spinto tra le proposte di modifica al dl Sostegni bis proprio sulla selettività, chiedendo di equiparare le imprese «dell'industria tessile, della fabbricazione di articoli in pelle e simili, della confezione di articoli di abbigliamento e confezione di articoli in pelle e pelliccia» alla normativa sulle Pmi, per le quali i licenziamenti restano fermi fino al 31 ottobre insieme alla contemporanea possibilità di ricorso alla cassa Covid.

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Il Pd si dice «ottimista» sulla mediazione del ministro del Lavoro Andrea Orlando, ma M5S e Leu non condividono l'idea della selettività, se non come ultima ratio e comunque, guardando per esempio al caso Whirlpool, non a compartimenti stagni. Entrambi i partiti sono a favore di una proroga uguale per tutti fino all'autunno, anche se non escludono del tutto l'ipotesi di valutare come eventuali parametri di riferimento il calo del fatturato oltre una certa soglia o il ricorso massiccio alla cassa integrazione. «Se si vuole i tempi tecnici» per prorogare il blocco dei licenziamenti «ci sono tutti. Se si vuole le condizioni ci sono. Dare oggi il messaggio che i problemi si risolvono licenziando è un errore», ha scandito il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini alla vigilia delle manifestazioni dei sindacati organizzate in tre città italiane. Al di là del capitolo lavoro, i cui contorni devono appunto essere ancora disegnati, il decreto si annuncia come un contenitore anche per altre norme dettate dai tempi, innanzitutto di carattere fiscale. Per evitare, anche in questo caso, di superare la scadenza del 30 giugno, dovrebbe essere inserito anche il rinvio delle cartelle.

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La proroga sarà di due mesi, fino al primo settembre. Prolungamento in vista, come annunciato dal viceministro dell'Economia, Laura Castelli, anche per la Tari: la scadenza de 30 giugno entro la quale i comuni devono decidere le nuove tariffe slitterà al 31 luglio. Qualche giorno in più dovrebbe essere concesso anche per le scadenze fiscali della partite Iva, con il differimento - probabilmente al 20 luglio - del pagamento del saldo e acconto di Irpef, Ires e Irap. Ultimo capitolo quello della nuova Sabatini. Le risorse per accedere ai contributi per l'acquisto dei beni strumentali sono esaurite e il 2 giugno è stato chiuso lo sportello a disposizione delle imprese per fare domanda. L'incentivo potrebbe dunque essere rifinanziato. Le risorse, come per la cassa Covid, arriveranno dal 'tesorettò di 4-5 miliardi accumulato grazie alle richieste inferiori alle attese dei sostegni automatici alle imprese. La platea dei destinatari è infatti di 1,8 milioni contro gli oltre 3 milioni stimati inizialmente dal governo.

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