Bonus 200 euro a luglio in busta paga: a chi spetta, quando arriva e come richiederlo

Bonus 200 euro in busta paga: ecco a chi spetta, quando arriva e come richiederlo
Bonus 200 euro in busta paga: ecco a chi spetta, quando arriva e come richiederlo
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Lunedì 6 Giugno 2022, 16:08

Luglio si avvicina e con lui anche il bonus da 200 euro che arriverà direttamente in busta paga. Un'indennità che raggiungerà circa 31 milioni di italiani. Ma è tempo di far chiarezza su chi saranno i beneficiari del bonus inserito nel decreto legislativo Aiuti. I lavoratori dipendenti e i pensionati sono le categorie che verranno sicuramente interessate dal bonus, ma il dl Aiuti coinvolgerà anche altri lavoratori che non ricevono la busta paga.

Un aiuto per contrastare l'aumento del costo della vita e per far fronte all'aumento dei prezzi, non soltanto dovuto al caro bollette, conseguente alla guerra in Ucraina, che verrà corrisposto direttamente dal datore di lavoro per i lavoratori dipendenti e dall'Inps per i pensionati, e che andrà ad aumentare il netto del cedolino, visto che sulla stessa non graveranno né contributi né imposte. La misura verrà interamente coperta dal tributo sugli extraprofitti delle aziende energetiche, che sale dal 10% al 25%, e che darà un gettito da 6,5 miliardi di euro.

LANDINI E BONOMI SUL BONUS DI 200 EURO

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, la misura dell'indennità dei 200 euro, inserita nel dl Aiuti, è stata salutata con favore dal segretario della Cgil, Maurizio Landini, il quale però auspica che ci siano «interventi più corposi in questa situazione drammatica di emergenza» nella quale i lavoratori, con il caroprezzi, hanno già perso la tredicesima.

Una misura che, tuttavia, non è risolutiva per il presidente di Confindustria Massimo Bonomi, che invita la politica ad intervenire in «modo serio perchè i 200 euro di una tantum non risolvono il problema. Dopo aver pagato una bolletta quei soldi sono finiti». Per gli industriali è «opportuno abbassare il costo del lavoro e mettiamo i soldi in tasca agli italiani. E questo è strutturale, le risorse ci sono».

CHI BENEFICERÀ​ DEL BONUS

LAVORATORI DIPENDENTI

Per identificare i beneficiari il legislatore ha scelto un criterio contributivo anziché reddituale: non si è riferito al reddito del lavoratore, dunque, ma ha disposto che potranno fruirne coloro che, in almeno uno dei quattro mesi del primo quadrimestre di quest’anno, hanno beneficiato della riduzione contributiva dello 0,80%, prevista dalla legge di Bilancio 2022. Per i dipendenti, quindi, è stato scelto un parametro di riferimento staccato dal reddito e dalla retribuzione lorda.

Praticamente, per stabilire chi avrà diritto ai 200 euro, non verrà verificato il superamento dei 35mila euro di reddito nel 2021, piuttosto se il lavoratore (che comunque non deve percepire alcun trattamento pensionistico) abbia beneficiato «per almeno una mensilità nel primo quadrimestre dell’anno 2022» dell’esonero contributivo pari allo 0,8% «sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore».

Tale esonero è oltretutto riconosciuto a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l'importo di 2.692 euro. In parole povere il lavoratore dovrà andare a riguardare le buste paga del periodo gennaio-aprile 2022 e controllare se la suddetta riduzione contributiva dello 0,8% abbia avuto luogo in almeno una di quelle quattro buste paga: se la risposta sarà sì, allora si potrà beneficiare dei 200 euro sulla busta paga del prossimo luglio.

PENSIONATI

Anche per loro non ci sarà bisogno di fare domanda: sarà l’Inps, infatti, previa verifica dei requisiti, a versare d’ufficio l’indennità di 200 euro sulla mensilità pensionistica di luglio. E a proposito di requisiti, per i pensionati è stato invece mantenuto il tetto dei 35mila euro annui di reddito quale discrimine fra aventi e non aventi diritto. Tale somma va intesa quale «reddito personale assoggettabile ad Irpef, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, per l’anno 2021»; quindi temporalmente si tratta del reddito totalizzato dal pensionato nel 2021 e riportato nelle CU Inps 2022, considerando inoltre che non vanno inclusi nel cumulo dei 35mila euro alcune eventuali fonti di reddito quali «i trattamenti di fine rapporto comunque denominati, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata».

LAVORATORI AUTONOMI

È la categoria della quale si sa meno perché il legislatore, oltre a stanziare una dotazione finanziaria di 500 milioni per coprire l’erogazione del bonus, non ha di fatto delineato nessun identikit riguardo a coloro che ne avranno diritto, derogando anzi ai dicasteri di Economia e Lavoro l’adozione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del dl Aiuti, di un provvedimento attuativo ove siano «definiti i criteri e le modalità per la concessione dell'indennità». È certo in ogni caso che il bonus andrà a esaurimento, essendo appunto finanziato da un Fondo limitato a 500 milioni; quindi, a parità di requisiti, anche il fattore tempo con cui i papabili beneficiari faranno domanda potrebbe rivelarsi decisivo.

LAVORATORI DOMESTICI, DISOCCUPATI, REDDITO DI CITTADINANZA

Per quanto riguarda i lavoratori domestici, ai fini del bonus viene indicato come unico requisito la presenza «di uno o più rapporti di lavoro alla data di entrata in vigore del presente decreto»: cioè al 18 maggio 2022 (pubblicazione in GU del dl Aiuti) il lavoratore domestico deve avere almeno un contratto in essere presso una famiglia, in virtù del quale potrà poi fare domanda per ricevere il versamento dei 200 euro (domanda che andrà fatta tramite Inps o Patronato).

CHI DEVE FARE DOMANDA

I percettori dell’indennità di disoccupazione Naspi; lavoratori che percepiscono l’indennità di disoccupazione agricola di competenza del 2021; titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa i cui contratti sono attivi alla data di entrata in vigore del dl Aiuti, nonché iscritti alla Gestione separata, il cui reddito derivante dai suddetti rapporti non sia superiore a 35mila euro per l'anno 2021; lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali, dello spettacolo e dello sport; lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti che nel 2021 abbiano svolto la prestazione per almeno 50 giornate percependo un reddito, derivante dai suddetti rapporti, non superiore a 35mila euro; gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che nel 2021 abbiano almeno 50 contributi giornalieri versati con un reddito derivante dai suddetti rapporti non superiore a 35mila euro; gli incaricati alle vendite a domicilio con reddito derivante dalle medesime attività, nell'anno 2021, superiore a 5.000 euro, titolari di partita Iva attiva e iscritti alla Gestione separata alla data di entrata in vigore del dl Aiuti.

NUCLEI BENEFICIARI DEL REDDITO DI CITTADINANZA

Anche loro potrebbero rientrare fra i destinatari del bonus, che in questo caso verrebbe erogato unitamente alla rata mensile del Reddito di Cittadinanza, ma ad una condizione: ovvero che sussista la compatibilità fra i due benefici, cioè in pratica l’Inps controllerà che nessuno dei componenti del nucleo sia al tempo stesso destinatario del bonus 200 euro in qualità di dipendente, pensionato, autonomo, disoccupato, ecc.

PERSONALE SCOLASTICO A TEMPO DETERMINATO

«Abbiamo presentato un emendamento al dl Aiuti per sanare il vulnus dell'articolo 32 che esclude dal riconoscimento dell'indennità una tantum di 200 euro il personale precario della scuola e Ata con contratti in scadenza». Lo dichiarano, in una nota, Manuel Tuzi, capogruppo M5S della commissione Cultura della Camera e la deputata pentastellata Margherita Del Sesto, prima firmataria dell'emendamento.

«Gli insegnanti con contratto a tempo determinato con scadenza a giugno percepiranno i sostegni al reddito ma non il bonus perché il requisito è il sostegno al reddito su quel mese oppure la busta paga. C'è, quindi, una criticità che va subito sanata, poiché crea ulteriori distinguo tra precari ed incide sulla qualità della vita», concludono Tuzi e Del Sesto.

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