Bollette luce, aumenti del 40-50% in arrivo. Allarme metano, rincari a novembre sino al 120%

L’impennata potrebbe essere contenuta agendo su altre componenti della bolletta

Bollette luce, aumenti del 40-50% in arrivo. Allarme metano, rincari a novembre sino al 120%
Bollette luce, aumenti del 40-50% in arrivo. Allarme metano, rincari a novembre sino al 120%
di Andrea Bassi
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Mercoledì 28 Settembre 2022, 22:31 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 14:11

Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, l’Autorità dell’energia, parla senza mezzi termini di una variazione «estremamente rilevante». Cosa questo significhi, l’Authority che determina i prezzi della luce per i clienti che si trovano nel mercato tutelato, lo rivelerà soltanto oggi. C’è chi parla di un raddoppio dei costi della componente energia della bolletta. Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, uno dei massimi esperti del settore, ha preconizzato un rialzo delle bollette elettriche per i prossimi tre nesi del 60 per cento. Un singolo chilowattora di energia arriverebbe a costare 66 centesimi, 25 in più rispetto all’ultima bolletta.

L’Autorità dell’energia ha in mano qualche carta da giocare per provare a calmierare gli aumenti.

Potrebbe, per esempio, calare lo stesso asso giù utilizzato a fine giugno per bloccare il prezzo della luce, ossia a fronte dell’aumento della materia prima, ridurre altri costi che pensano nella bolletta, come la componente «Pte», quella che ingloba i costi di approvvigionamento e commercializzazione applicati dagli operatori. 

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IL PERCORSO 

Ma stavolta il percorso appare in salita. «Gli interventi per tutelare i consumatori vulnerabili», ha spiegato ieri Besseghini intervenento all’Italian Energy Summit del Sole24Ore, «avranno un ruolo per cercare di mitigare impatti, ma», ha aggiunto il presidente dell’Arera, «sarà un ruolo marginale perché le crescite che abbiamo conosciuto sono state importanti». I prezzi sulla Borsa elettrica sono praticamente raddoppiati rispetto a giugno. Difficile insomma, non alzare le tariffe. Se non si arriverà al 60 per cento profetizzato da Tabarelli, difficilmente ci si scosterà da aumenti del 40-50 per cento. E per il gas potrebbe andare anche peggio. In questo caso la decisione non arriverà oggi, ma tra un mese.

Anche qui, però, le previsioni non sono delle migliori. Sempre secondo Tabarelli, l’aumento sarà del 70 per cento. Più pessimistiche le stime del portale Facile.it, secondo cui l’aumento per il gas sarà del 120 per cento. Gli analisti del portale hanno calcolato che la spesa mensile di una famiglia tipo (consumi annui 1.400 metri cubi standard di gas) applicando i valori del mercato all’ingrosso italiano dello scorso mese (2,47 euro per metro cubo), e se le condizioni rimarranno su questi livelli anche ad ottobre, ipotizzando che le altre voci di spesa in bolletta restino uguali, il costo per un solo mese di fornitura gas arriverebbe a 317 euro, vale a dire 173 euro in più rispetto ad oggi. 

IL PASSAGGIO

Intanto, nonostante la Russia sparga benzina sul fuoco considerando ormai fuori gioco il gasdotto North Stream, l’Italia può tirare un sospiro di sollievo: ha raggiunto l’obiettivo del 90% degli stoccaggi, in anticipo rispetto alla scadenza di fine autunno. E il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha alzato l’asticella puntando a raggiungere «il 92-93% di riempimento, così da garantire maggior flessibilità in caso di picchi sui consumi invernali». Al momento, insomma, la situazione appare sotto controllo. Tanto è vero che l’Italia ha ridotto quasi a zero le importazioni dal Tarvisio, da dove passa il gas russo. Questo grazie proprio agli stoccaggi ormai pieni, all’aumento dei flussi dall’Algeria e dall’Arzebaijan e da un autunno per adesso più mite del previsto. Ma per la sicurezza dei prossimi mesi e dei prossimi anni, resteranno centrali i rigassificatori.

Ieri l’amministratore delegato di Snam Stefano Venier ha confermato l’ottimismo sul via libera a Piombino entro la scadenza del 30 ottobre ad accogliere un rigassificatore che potrà essere disponibile per la prossima estate. Ma la strada da percorrere nella strategia dell’Italia verso l’indipendenza e la sicurezza energetica e contro il caro-energia è quella di un massiccio programma di investimenti in rinnovabili e accumuli. «Non possiamo tergiversare ulteriormente» ha sottolineato l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, spiegando che, «se già oggi il prezzo dell’energia elettrica fosse dipendente solo dal costo industriale delle fonti rinnovabili e non - come oggi accade - ancorato al costo della produzione a gas, il prezzo di riferimento della componente energia della bolletta dell’ultimo trimestre sarebbe inferiore di quasi il 90%».

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