Bollette, maxi-stangata di inizio 2022: in un anno elettricità +131% e gas +94%

L'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente in audizione al Senato sul rincaro-bollette

Bollette, gli aumenti del primo trimestre 2022: +131% luce e +94% gas
Bollette, gli aumenti del primo trimestre 2022: +131% luce e +94% gas
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Martedì 15 Febbraio 2022, 15:33

Sulle bollette è allarme rincari. Mentre il governo pensa da subito a un decreto contro gli aumenti, Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) racconta come siano cambiate le bollette di luce e gas degli italiani nel primo trimestre del 2022: «Pur con gli interventi straordinari da parte del governo - la nota durante l'audizione in Senato - nel primo trimestre 2022 sul primo trimestre 2021 si è registrato un aumento del 131% per il cliente domestico tipo di energia elettrica (da 20,06 a 46,03 centesimi di euro/kWh, tasse incluse) e del 94% per quello del gas naturale (da 70,66 a 137,32 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse). L'impennata dei prezzi all'ingrosso dell'energia nel 2021, gennaio-dicembre 2021 +500% per il gas e +400% per l'energia elettrica si è riflessa sui prezzi a partire dal secondo semestre 2021.

Arera: difficile fare previsioni

«La forte volatilità dei prezzi che contraddistingue questo periodo rende, ad avviso di questa Autorità, particolarmente difficile fornire elementi previsivi affidabili», dice l'Arera in audizione al Senato. «Permane tuttavia una situazione di significativa volatilità delle quotazioni future per l'anno in corso, che, dopo una discesa nei primi giorni dell'anno intorno ai 65 €/MWhper il gas naturale e a 170 €/MWh per l'energia elettrica (valori medi anno 2022), si sono rapidamente riposizionati negli ultimi giorni intorno agli 80 €/MWh per il gas naturale e i 200 €/MWh per l'energia elettrica. Spingendosi ancora oltre (con il caveat della crescente imprecisione) - continua Arera - le quotazioni attuali del gas naturale per il 2023 e 2024 vedono rispettivamente una discesa a valori intorno a 55 €/MWh nel 2023 e 39 €/MWh nel 2024. Analogamente, per l'energia elettrica è previsto un rientro verso i 150 €/MWh nel 2023 e i 113 €/MWh nel 2024». Anche queste quotazioni, aggiunge, «che permangono superiori alle medie storiche dei prezzi, presentano, tuttavia, una relativamente elevata volatilità, con variazioni che tendono a riflettere le variazioni delle quotazioni dei prodotti di più breve periodo».

Elettricità Futura: 95 miliardi nel 2022 con attuale mix

Con l'attuale mix di generazione (40% rinnovabili sul totale di generazione elettrica), «la bolletta elettrica in Italia si stima sarà di circa 95 miliardi di euro nel 2022, oltre il doppio rispetto al 2019 in cui è stata pari a 44 miliardi di euro. Se avessimo già raggiunto il target 2030 (72% di rinnovabili ) la bolletta 2022, nonostante l'incredibile aumento del gas, sarebbe sostanzialmente pari a quella del 2019, ovvero 44 miliardi rispetto a 95 miliardi che dovremo pagare. E l'Italia risparmierebbe oltre 50 miliardi nel 2022». Lo afferma Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura, in audizione al Senato. Per superare le criticità del Ddl Concorrenza e permettere una «piena valorizzazione del settore idroelettrico italiano», il presidente di Elettricità futura, chiede di «ridisegnare il quadro normativo, oggi disomogeneo a livello regionale, adottando una disciplina nazionale che valorizzi al massimo i molteplici benefici dell'idroelettrico nel rispetto del ruolo degli enti locali.

Estendere fin da subito la durata o prevedere la riassegnazione delle concessioni per consentire agli operatori di investire oltre 10 miliardi di euro finalizzati a rinnovare le centrali idroelettriche, aumentando l'efficienza e creando vantaggi per l'ambiente, l'economia e l'occupazione». Le tre azioni per cercare di ridurre la bolletta, secondo il presidente di Elettricità Futura: «Serve un'ulteriore opera di semplificazione, per realizzare 15 GW all'anno anziche 1 GW; una moral suasion su Regioni ed enti locali affinché rilascino le autorizzazioni» velocemente, e infine, entro la fine del 2022 l'identificazione di aree idonee per la realizzazione delle rinnovabili».

Benzina mai così cara dal 2012

I prezzi della benzina non sono mai stati così alti dal 2012 e i recenti rincari si tradurranno in una stangata da oltre 400 euro annui a famiglia. A lanciare il grido d'allarme sono i consumatori commentando i nuovi dati settimanali diffusi oggi dal Mite che vedono la benzina raggiungere la media di 1,835 euro/litro, il gasolio 1,708 euro/litro. Codacons, Assoutenti e Unione Nazionale Consumatori chiedono perciò al governo di intervenire velocemente per fermare la corsa dei prezzi. «Oggi la benzina costa il 22,4% in più rispetto ad un anno fa, mentre per il gasolio si spende il 24,4% in più - denuncia il presidente del Codacons Carlo Rienzi - Per le tasche dei consumatori si tratta di un rincaro da +16,75 euro a pieno, che determina una stangata annua da quasi +402 euro a famiglia solo per i maggiori costi di rifornimento». Si tratta, dice, di rincari che stanno avendo effetti diretti sui prezzi al dettaglio «e che rappresentano una emergenza paragonabile a quella delle bollette: per tale motivo chiediamo oggi al Governo di intervenire con urgenza, varando un decreto ad hoc per contrastare la crescita senza sosta dei listini di benzina e gasolio», conclude Rienzi.

Assoutenti fa notare che i listini dei carburanti segnano in questi giorni i livelli più alti degli ultimi 10 anni, e alla pompa i prezzi di benzina e gasolio tornano ai record registrati nel 2012, quando la verde era venduta sopra quota 1,830 euro al litro. «I nuovi record dei carburanti stanno producendo rincari a cascata sui prezzi al dettaglio di una moltitudine di prodotti e pesano come un macigno sulle tasche degli italiani - afferma il presidente Furio Truzzi -. Il combinato bollette/benzina avrà effetti enormi sul potere d'acquisto dei cittadini, e rischia di determinare nel 2022 una forte contrazione dei consumi da parte delle famiglie». Truzzi chiede perciò che il governo studi dei provvedimenti volti a contrastare il caro-benzina, «partendo dall'indispensabile sterilizzazione dell'Iva e da una riduzione del peso delle accise, misura che oramai sembra non più rinviabile».

Richiesta analoga viene anche dall'Unc che nota come il gasolio che sfonda la soglia di 1,7 euro al litro sia un nuovo primato. «La benzina in modalità self service, dopo aver superato settimana scorsa la barriera di 1,8 euro al litro, cosa che non accadeva dall'11 marzo 2013, prosegue la sua corsa raggiungendo i 1,835 euro al litro» afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. E ricorda che «dall'inizio dell'anno, in un mese e mezzo, un litro di benzina è rincarato di più di 11 cent, pari a 5 euro e 78 cent per un pieno di 50 litri. Il Governo non può voltarsi dall'altra parte e urge la riduzione delle accise di almeno 20 centesimi. In tal modo, conteggiando anche l'Iva si tornerebbe a un valore ragionevole, con la benzina sotto 1,6 euro al litro» conclude Dona.

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