«Licenziare? Non ci penso proprio. Quest’anno la domanda è aumentata. Quindi, per produrre di più ho dovuto assumere altri 10 addetti. Ora ne ho 52. E non li toccherei per niente al mondo. Piuttosto, agisco sul prodotto. Ho sospeso la produzione di vaschette e alzato il prezzo sull’intera gamma». Chi parla è Spiridione Strafino, amministratore di Royal, la fabbrica di gelati con sede a Monteroni di Lecce, nata in forma di laboratorio alla fine degli anni ’60 a Veglie quando la Società Italiana Cioccolato e Affini (S.I.C.A) si ritirò dalla produzione del gelato industriale e cedette al padre (Pasquale) i macchinari. La crisi energetica sta costringendo anche questa consolidata realtà a rivedere i conti. «I costi si sono quadruplicati. A gennaio 2020 pagavamo un kWh 0,16 centesimi. Ad agosto 2022 0,60, mentre a luglio 0,50: in un mese il costo è aumentato del 20 per cento. Il nostro periodo di produzione va da febbraio a metà settembre: consumiamo 2 milioni di kWh. Pertanto, se nel 2020 pagavamo in media 320mila euro, prendendo a riferimento il prezzo dell’energia di luglio 2022, la nostra bolletta è arrivata a 1 milione e 80mila euro», spiega l’imprenditore.
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La strategia per sopravvivere
Un quadro impietoso davanti al quale l’unica cosa che l’amministratore di un’azienda può fare, se non vuol chiudere, è ottimizzare i costi.
Le previsioni
Come si fa, sospendendo la produzione di un solo prodotto, a operare in questa situazione senza andare in perdita? «In effetti, stiamo pagando le tasse sotto forma di aumento dei prezzi. Sono curioso di capire alla fine dell’anno quante imprese chiuderanno in utile. Per forza di cose, anche noi stiamo aumentando i prezzi», ammette l’imprenditore. Ma il ritorno non è automatico: «Proprio ora sto preparando una mail per comunicare l’ennesimo adeguamento del listino: cosa insolita, perché nel nostro settore il listino si fa a febbraio e per un anno non si tocca. Quest’anno ne ho già fatti tre e non tutti hanno accettato l’aumento. Confidiamo nel buon senso». Ma non nelle scelte calate dall’alto o nell’aiuto dello Stato. Le risposta fin qui pervenute dalle istituzioni governative sono ritenute insoddisfacenti: «Mi contengo per non eccedere verbalmente. Dico solo che sono cinquant’anni che chiediamo meno burocrazia e più efficienza. Ci si prende in giro. Ma ho superato i 50, difficilmente ci casco. Facciamo esclusivo affidamento sulle nostre forze e idee: stiamo realizzando un impianto fotovoltaico e a breve disporremo di un impianto di produzione di energia con grossi gruppi elettrogeni a gasolio: così - prevede Strafino - puntiamo alla restituzione delle accise e A risparmiare il 40% sul costo attuale dell’energia».
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