Benzina, gasolio, Gpl e metano: prezzi boom. Cosa c'è dietro la stangata sui carburanti

Prezzo del Gpl raddoppiato in sole 24 ore e gas metano per auto che ha superato in alcuni impianti del centro-nord Italia addirittura i 2 euro al kg

Benzina, gasolio, Gpl e metano: prezzi boom. Cosa c'è dietro la stangata sui carburanti
Benzina, gasolio, Gpl e metano: prezzi boom. Cosa c'è dietro la stangata sui carburanti
di R.Ec.
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Martedì 5 Ottobre 2021, 18:37 - Ultimo aggiornamento: 23:54

Prezzo del Gpl raddoppiato in sole 24 ore e gas metano per auto che ha superato in alcuni impianti del centro-nord Italia addirittura i 2 euro al kg. Il boom internazionale dei prezzi si riflette anche sui rifornimenti per le automobili, già provati per l'aumento del costo della benzina e del diesel negli ultimi mesi (caratterizzati comunque da una salita più contenuta). La paura di diverse associazioni a difesa dei consumatori è ora che il fenomeno possa continuare e peggiorare, pesando sempre di più sulle casse di famiglie e imprese. Ma è davvero così? Vediamo cosa c'è dietro questa crisi e quali sono le prospettive future.

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Tra i vari rialzi in particolare Eni è intervenuta al rialzo di 5 centesimi sul prezzo raccomandato del Gpl e di 1 centesimo su quelli di benzina e diesel. Tamoil ha mosso al rialzo di 4 centesimi il prezzo raccomandato del Gpl e di 1 centesimo quello di benzina e diesel. IP e Q8 hanno aumentato di 4 centesimi solo il prezzo raccomandato del Gpl. In base all'elaborazione di Quotidiano Energia, quindi, il costo medio del Gpl va da 0,724 a 0,745 euro/litro (senza logo 0,725).

Il prezzo medio praticato del metano auto, invece, si posiziona tra 1,157 a 1,631 euro/kg (senza logo 1,257). 

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Dietro all'aumento del prezzo del gpl c'è il rialzo sui mercati petroliferi internazionali dopo che ieri l'Opec+, il cartello dei principali Paesi produttori, ha deciso di non aumentare le quote di produzione di greggio più di quanto non aveva già previsto. Notizia che arriva dopo settimane in cui era nota la carenza di greggio, determinata dal consumo delle scorte. Ieri in particolare, tra i prodotti raffinati nel Mediterrano, la benzina ha chiuso a 504 euro per mille litri (+12, valori arrotondati) e il diesel a 511 euro per mille litri (+17, valori arrotondati).

Quanto al metano, la motivazione è sempre l’impennata dei prezzi del gas delle ultime settimane, che si è fatta sentire anche sulle bollette di ottobre. Più nel dettaglio l'ulteriore impennata deriva dall'ultimo balzo del gas naturale, in corrispondenza con l'avvio del nuovo anno termico lo scorso primo ottobre. La quotazione del gas sui mercati internazionali da inizio anno è più che triplicata: sicuramente per l'aumento della domanda e le condizioni climatiche avverse (in particolare il gelo in Russia). Oltre al forte aumento dei consumi a cui si è assistito nell'ultimi 15 mesi per effetto delle massicce dosi di stimolo monetario e fiscale, però, ad aggravare la carenza di gas, per lo più in Europa, è stato il minor flusso dalla Russia (che è il principale venditore) attraverso l'Ucraina, sceso da 65 miliardi di metri cubi nel 2020 a 40 miliardi di metri cubi nel 2021. 

Il ruolo della Russia

Secondo diversi osservatori internazionali quella di ridurre le forniture di gas è una mossa politica spregiudicata del Cremilino.La mossa di Mosca avrebbe infatti come obiettivo immediato il pressing su Berlino e Bruxelles per la rimozione degli ultimi ostacoli burocratici per l’avvio del contestato gasdotto Nord Stream 2, la rotta appena ultimata che bypassa l’Ucraina passando dal mare del Baltico e con cui la Russia di Putin vuole raddoppiare i volumi diretti al Vecchio Continente. Malgrado infatti il progetto della capacità di 55 miliardi di metri cubi, sia stato completato il 10 settembre, il processo di certificazione da parte della Ue potrebbe richiedere fino a 8 mesi.

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Le paure delle associazioni

Secondo il presidente di Assoutenti Furio Truzzi, il boom del metano è «un danno enorme, considerando che in molte zone del paese i distributori che vendono tale carburante sono pochissimi e gli automobilisti non hanno possibilità di scegliere il gestore più economico, non essendoci concorrenza tra operatori». E così l'associazione chiede al Governo di intervenire con urgenza, tagliando la tassazione che vige sui carburanti in modo da contenere la crescita dei listini e limitare gli effetti indiretti del caro-benzina sui prezzi dei prodotti trasportati e sui costi per industria e imprese.

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«In Italia il costo dei carburanti segue sempre in maniera rapidissima l'aumento del prezzo mondiale del petrolio, mentre non arretra altrettanto velocemente quando le quotazioni dell'oro nero scendono», denuncia invece Uecoop, ricordando che questa situazione ha «pesanti ripercussioni sui bilanci di imprese con l'85% delle merci che viaggiano su strada e rappresenta un freno al rilancio del Paese e al lavoro delle cooperative, da quelle sociali alla logistica».

Cosa può accadere in futuro?

Il ministro Roberto Cingolani, sul gas, si è mostrato moderatamente fiducioso. «Speriamo - ha spiegato- che dopo il primo trimestre del 2022 saranno aperte nuove pipeline e torneremo a prezzi più ragionevoli del gas. Ma rimaniamo sulla strada delle rinnovabili».

L'aspetto realmente preoccupante, però, ruota attorno al fatto che i depositi di stoccaggio europeo veleggino attualmente intorno al 71%, ben al di sotto non solo del livello pre-pandemico dell'84%, ma anche della media stagionale del 92%, aprendo così al rischio di un'ulteriore impennata dei prezzi il prossimo inverno, soprattutto nel caso in cui le temperature dovessero scendere ben al di sotto della media stagionale. In quel frangente, stima BloombergNEF le scorte potrebbero assottigliarsi al 4%. Secondo diversi analisti, quindi, rimane probabile che nel 2022 i prezzi del gas possano continuare ad aumentare, anche se a ritmi meno sostenuti.

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Quanto al petrolio al momento il Wti viaggia sui 78/79 dollari al barile. Un recente studio di Bank of America spiega poi come la crisi energetica globale possa spingere nei prossimi mesi i prezzi sopra i 100 dollari al barile, per la prima volta dal 2014, e innescare una crisi economica globale. Secondo il Report sulle Commodity curato da Daniela Corsini, senior economist della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, però, il mercato mondiale dell'oro nero dovrebbe attestarsi vicino all'equilibrio «nel quarto trimestre 2021 e nel primo trimestre 2022, per poi tornare in surplus nel 2022». 

Le mosse dell'Europa

Si attendono intanto provvedimenti da parte dell'Europa. Tra le ipotesi più gettonate, quella di sfruttare il peso negoziale Ue (sull'esempio di quanto avvenuto per l'acquisto dei vaccini) e fare fronte a questi shock attraverso, ad esempio, lo stoccaggio di scorte comuni o acquisti concordati.

«Tra gli elementi che si possono discutere» per contrastare l'impennata dei prezzi dell'energia , ha puntualizzato il commissario all'Economia Paolo Gentiloni ,«c'è anche quello di un procurement, però non è la stessa cosa che acquistare i vaccini». La proposta più articolata per ora è quella della piattaforma unica Ue per i contratti del gas naturale, vendite straordinarie di quote di emissioni per creare un fondo di copertura europeo contro il caro bollette e mano libera agli interventi degli Stati: Grecia, Polonia e Spagna la presenteranno in tre diversi documenti mercoledì al Consiglio ambiente. Madrid, oltre ai contratti unificati, chiede anche la riforma del mercato Ue dell'elettricità e misure per impedire le speculazioni nell'Ets.

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Fuori dal coro, invece, la scommessa della Francia sul nucleare. «Crediamo fortemente che la produzione nucleare sia una delle risposte chiave» all'impennata dei prezzi dell'energia e al cambiamento climatico ha detto il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire avvertendo che «l'aumento dei prezzi dell'energia sarà a lungo termine a causa della transizione ambientale». Parigi auspica anche una revisione del mercato energetico Ue, un disallineamento dei prezzi di gas ed elettricità e vuole che la Ue diversifichi le sue fonti di approvvigionamento energetico. «Non vogliamo dipendere dalle forniture provenienti dall'estero» ha spiegato Le Maire chiedendo di ridurre la dipendenza da Paesi esportatori di gas. Prima su tutte la Russia.

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