La Bce alza i tassi d'interesse al 2%, salgono mutui e prestiti

La Bce alza i tassi d'interesse al 2%, salgono mutui e prestiti
La Bce alza i tassi d'interesse al 2%, salgono mutui e prestiti
di Marco Esposito
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 10:35

La Banca centrale europea torna ad alzare i tassi d'interesse e non esclude nuove possibili strette all'orizzonte. L'obiettivo è un colpo di freno sull'inflazione, arrivata ormai a due cifre - il 10% - un valore altissimo rispetto al 2% indicato da sempre come parametro obiettivo per l'istituto di Francoforte. Ma una mossa che ha effetti immediati sui costi dei prestiti di famiglie e imprese, oltre che ovviamente sui nuovi mutui e su quelli a tasso variabile. Con il rischio di una ulteriore frenata per l'economia. La reazione immediata dei mercati finanziari è però positiva con lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi che, ad esempio, è sceso a 211 punti base. Al termine della riunione di politica monetaria che si è conclusa ieri, il consiglio direttivo della Bce ha deciso un nuovo incremento dei tassi di 0,75 punti percentuali, il secondo consecutivo dopo quello analogo di settembre e il terzo, se si conta pure il precedente rialzo di 0,50 a luglio, il primo in oltre un decennio.

Tra i Paesi di Eurolandia, però, i timori di una recessione in agguato aumentano la fronda di chi mette in discussione la linea di Francoforte. A cominciare dall'Italia, che dopo le parole dei giorni scorsi della premier Giorgia Meloni, scettica rispetto a «scelte da molti reputate azzardate, che rischiano di ripercuotersi sul credito bancario destinato a famiglie e imprese», ieri ha affidato al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti il commento alle mosse della Bce: l'ulteriore rialzo era previsto, ma Roma confida «nella saggezza» dell'Eurotower «nell'interpretare le cause dell'impennata dell'inflazione e nel tener conto del rallentamento in corso nell'economia». La replica è arrivata in conferenza stampa: «Dobbiamo fare quello che dobbiamo fare. Una banca centrale ha il mandato della stabilità dei prezzi e deve perseguirlo usando tutti i mezzi», ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, rispondendo a una domanda sulle critiche di vari leader europei per l'operato della Bce, fra cui Meloni. 

La Bce, oggettivamente, è in una posizione molto difficile.

Da un lato è obbligata per statuto a proteggere il valore dell'euro, cioè a difenderlo dall'inflazione. Un obiettivo decisivo per i tedeschi, che un secolo fa hanno vissuto un dramma mai dimenticato, quello dell'iperinflazione, che portò il marco a bruciare tutto il suo valore: gli operai erano pagati giorno per giorno e per comprare un uovo, alla fine del 1923 occorrevano 320 miliardi di marchi. Però la classica mossa per tenere a bada l'inflazione, cioè l'aumento dei tassi, ha effetti negativi sull'economia, diretta sulle famiglie e indiretta sulle imprese, per cui i timori dell'Italia sono del tutto giustificati. L'attuale inflazione, del resto, non nasce da una corsa eccessiva di prestiti e acquisti a debito, come con le classiche inflazioni da domanda, ma da uno shock ben preciso, ovvero l'impennata dei prezzi dell'energia, la quale in pochi mesi si è diffusa a tutti i listini. E alzare i tassi, di fronte all'impennata del gas, non porta benefici se non a prezzo appunto di soffocare ogni vitalità economica.

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Lagarde non ha voluto indicare il tasso raggiunto il quale la Banca centrale intenderà fermarsi, quello cioè in grado di «riportare l'inflazione all'obiettivo simmetrico del 2 per cento». Per il momento, i prezzi al consumo continueranno a rimanere molto elevati (a settembre l'inflazione in Eurolandia ha sfiorato il 10 per cento), attestandosi «ben sopra il target per un esteso periodo di tempo», scrive la Bce in una nota, mentre la recessione sembra sempre più probabile, con l'attività economica nell'Eurozona che ha rallentato significativamente e che proseguirà a indebolirsi nei primi mesi del 2023. Ma poiché sono «i prezzi dell'energia il principale fattore di spinta al rialzo dell'inflazione, questa deve essere contrastata anche intervenendo sui fondamentali del mercato del gas - riduzione della domanda, da una parte, e aumento dell'offerta alternativa a quella russa, dall'altra», ha ricordato Giorgetti, commentando le deliberazioni della Bce, e ribadendo che «gli interventi per calmierare le bollette di famiglie e imprese rimangono prioritari». 

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