La Bce ha deciso di alzare i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui depositi al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,5% e quello sui prestiti marginali al 2,75%. Lo comunica la banca centrale, con una mossa che ricalca quella della Fed di ieri che ha portato i tassi al 4,25%/4,5%. Il consiglio direttivo della Bce «si aspetta di alzare ulteriormente i tassi».
La Bce, nel comunicato dopo la riunione iniziata ieri a cena e proseguita stamani, spiega che il Consiglio direttivo «ritiene che i tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine». Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi - secondo i governatori - «farà diminuire nel corso del tempo l'inflazione frenando la domanda e inoltre metterà al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione».
Lagarde: inflazione troppo alta, tassi devono salire
La Bce ha deciso di alzare i tassi, e prevede che debbano ancora salire «significativamente», perché «l'inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata e, secondo le proiezioni, si manterrebbe su un livello superiore all'obiettivo per un periodo di tempo troppo prolungato». Lo ha detto la presidente della banca centrale Christine Lagarde nella conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio direttivo.
Bce avvia il qt da marzo: venderà 15 milioni di bond al mese
Dopo otto anni di acquisti di bond, l'Eurotower ha poi di fatto dato il via, a partire da marzo, alla riduzione de proprio bilancio che avverrà non rinnovando i bond che arrivano a scadenza «a un ritmo misurato e prevedibile» pari a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023, e che verrà poi determinato nel corso del tempo.
Cosa cambia
Ultima fra le grandi banche centrali, anche la Bce ha confermato il rallentamento nel percorso di rialzo dei tassi. Infatti nell'ultima riunione del 2022 il Consiglio direttivo dell'Eurotower ha deciso un rialzo di 50 punti dei tassi principali, che porta quello sui depositi al 2%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,50% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,75%. Ma nel comunicato finale la Bce sottolinea come «»sulla scorta della consistente revisione al rialzo delle prospettive di inflazione, prevede ulteriori incrementi« nelle prossime sedute.
Visto che «i tassi di interesse di riferimento della BCE rappresentano lo strumento principale» del Consiglio direttivo per definire l'orientamento di politica monetaria, l'Eurotower sottolinea come «mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi farà diminuire nel corso del tempo l'inflazione frenando la domanda e inoltre metterà al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione. Anche in futuro le decisioni sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione». Il rialzo da 50 punti deciso oggi avrà effetto dal 21 dicembre 2022.
Le proiezioni sull'inflazione
Sono state riviste «significativamente al rialzo» le proiezioni sull'inflazione, che si porterebbe in media sull'8,4% nel 2022 per poi scendere al 6,3% nel 2023. Lo si legge in una nota di Francoforte. L'inflazione dovrebbe registrare una «marcata riduzione» nel 2023 fino a raggiungere una media del 3,4% nel 2024 e del 2,3% nel 2025: livello superiori all'obietivo del 2% che spiegano perché la banca centrale ha annunciato oggi che il tasso dovranno ancora salire «significativamente». L'economia dell'Eurozona dovrebbe registrare, fra il quarto trimestre 2022 e il primo trimestre 2023, una «recessione relativamente breve e poco profonda». Lo comunica la Bce, le cui nuove stime macroeconomiche indicano «una crescita economica del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell'1,9% nel 2024 e dell'1,8% nel 2025».
Le reazioni
Peggiora la situazione sui mercati, con Piazza Affari e il Btp italiano che indossano la maglia nera in Europa. Il listino milanese cede il 2,5% dopo la stretta sui tassi, l'annuncio dell'avvio del quantitative tightening e la previsione di nuove strette mentre lo spread Btp-Bund si allarga di quasi 12 punti base a quota 203 punti, con il rendimento del decennale italiano che balza di 26 punti base al 4,11%, un filo sopra il decennale greco il cui rendimento è al 4,109%.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout