Assegno unico figli, per le domande all'Inps tempo sino al 30 settembre: requisiti e importi, la guida

Assegno unico figli, per le domande all'Inps tempo sino al 30/9: requisiti e importi, la guida
Assegno unico figli, per le domande all'Inps tempo sino al 30/9: requisiti e importi, la guida
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Lunedì 7 Giugno 2021, 18:28

Ora si attendono le istruzioni dell’Inps per poter accedere all’assegno unico per i figli in base alla norma “ponte” varata la settimana scorsa del consiglio dei ministri in attesa che la nuova misura entri a regime per tutti da gennaio 2022. In questi primi sei mesi (da luglio a dicembre) potranno usufruirne tutto coloro che non accedono agli assegni per il nucleo familiare e le altre agevolazioni per la famiglia, ovvero lavoratori autonomi, disoccupati e anche chi già gode del reddito di cittadinanza.  La ministra della Famiglia Eena Bonetti ha spiegato che c’è tempo fino al 30 settembre per presentare la domanda e l’assegno «viene comunque corrisposto retroattivo a partire da luglio». Se la domanda viene presentata a ottobre invece l’assegno «partirà da ottobre».

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Dal primo luglio quindi riceverà l’assegno unico per i figli chi attualmente non può usufruire dell’assegno familiare, quindi lavoratori autonomi ma anche disoccupati che hanno finito la Naspi, incapienti e inattivi. Rientrano nella norma ponte anche i lavoratori dipendenti oggi esclusi dagli assegni al nucleo per ragioni di reddito familiare (livello e composizione) e i beneficiari del reddito di cittadinanza che non percepiscono l’assegno familiare. Una platea di oltre due milioni di persone che fino ad oggi, al massimo, poteva usufruire solo delle detrazioni per i figli a carico dalla dichiarazione dei redditi.

I REQUISITI

L’assegno varrà per i figli da zero a 18 anni.

Non bisogna superare un Isee familiare di 50.000 euro. Possono richiedere il beneficio i cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea; i titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; i cittadini extra Ue con permesso di soggiorno per lungo periodo, per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale. È, inoltre, necessario essere residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

L’IMPORTO 

L’importo dell’assegno varia a seconda del reddito Isee (più è basso il reddito più è alto l’assegno) e del numero dei figli (è identico per il primo e il secondo figlio, maggiorato del 30% dal terzo in poi): si va quindi da un massimo di 217,8 euro a figlio al mese (un nucleo con tre figli minorenni e un Isee inferiore a settemila euro) fino a scendere a 30 euro (per chi ha un Isee compreso tra i 39.900 euro e 50.000 euro, soglia oltre la quale non si prende nulla). Una famiglia con reddito nella prima fascia di reddito e tre figli minorenni riceverà 653 euro al mese, che nel semestre diventano un bel tesoretto di 3.918 euro. Una famiglia simile come componenti ma che si trova nella fascia di reddito più alta prenderà 90 euro al mese, ovvero 540 euro.

In presenza di ragazzi disabili l’assegno è aumentato di 50 euro al mese.

Il beneficio medio, secondo i calcoli del governo, si aggira intorno ai 1.056 euro all’anno per nucleo e 674 euro per figlio. Oltre i 50.000 euro di Isee, come detto, non è previsto nulla. Il costo complessivo in questi sei mesi di “ponte” sarà di 1,5 miliardi di euro.

LA DOMANDA

Dovrà essere presentata sul portale dell’Inps, una volta che saranno state rese note le relative istruzioni. Si può presentare anche attraverso Caf e patronati. Come detto, chi ha i requisiti e presenta la domanda entro il 30 settembre riceverà anche le somme retroattive che gli spettano dal primo luglio. L’assegno sarà poi erogato mediante accredito su Iban del richiedente; in caso di affido condiviso dei minori, l’assegno potrà essere accreditato in misura pari al 50% sull’Iban dell’altro genitore.

CUMULABILITÀ CON REDDITO DI CITTADINANZA

Anche i percettori del RdC avranno diritto all’Assegno ponte. Tuttavia, i due strumenti non si cumulano pienamente. Dall’importo complessivo verrà sottratta la quota del RdC imputabile alla presenza di figli nel nucleo. Resta fermo l’altro principio di Delega secondo cui le due prestazioni saranno erogate congiuntamente: il ricalcolo sarà fatto d’ufficio dall’INPS e questi nuclei non dovranno presentare alcuna domanda.

A REGIME

Da gennaio 2022 entrerà a regime la norma generale sull’assegno unico che riguarderà tutti. Anche i lavoratori dipendenti che già percepiscono l’assegno familiare. A regime l’assegno sarà dato dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età del figlio. Si attendono i decreti attuativi per gli importi in base alle varie fasce di reddito. Nella relazione di accompagnamento alla norma ponte già varata è esplicitato che «il decalage attualmente previsto non è quello che realisticamente verrà adottato per l’Assegno Unico e Universale a regime da gennaio».

L’assegno unico a regime accorperà ben 6 sussidi e agevolazioni (i vari assegni familiari, quello di natalità, il bonus bebè, le detrazioni per i figli a carico). Resta invece il bonus asili nido che non verrà assorbito dall’assegno unico. Quest’ultimo - ha spiegato la ministra Bonetti - «fa parte di un altro pacchetto, che verrà reso strutturale, che è quello del sostegno alle spese educative previsto dal Family Act».

L’AUMENTO

Contestualmente al varo della norma ponte sull’assegno unico, il governo ha dato il via anche a un’altra norma che innalza l’attuale assegno familiare percepito dai lavoratori dipendenti di 37,5 euro a figlio al mese per i nuclei con due figli, e di 55 euro per quelli che ne hanno almeno tre. Gli aumenti saranno corrisposti a circa 4 milioni di lavoratori dipendenti per un costo complessivo di ulteriori 1,5 miliardi.

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