Precompilata 2021, le nuove regole per la detrazione delle spese mediche e i tempi per i rimborsi

Dichiarazione dei redditi 2021, nuove regole per detrarre le spese mediche. Tempi diversi per l'accredito del rimborso Irpef
Dichiarazione dei redditi 2021, nuove regole per detrarre le spese mediche. Tempi diversi per l'accredito del rimborso Irpef
di R.Ec.
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Venerdì 16 Luglio 2021, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 18:44

Precompilata 2021 e detrazioni fiscali per le spese mediche nel 730 con nuove regole. L'Agenzia delle entrate ha pubblicato le linee guida in questa circolare, la n.7 del 25 giugno 2021, dove si trovano tutte le risposte dettagliate ai dubbi sulla dichiarazione dei redditi 2021. Ritenute, oneri detraibili e deducibili, crediti di imposta, obblighi di produzione documentale da parte del contribuente. Ogni cosa è spiegata, comprese le modalità per trattare le spese mediche, con l'apposita franchigia per lo sconto Irpef.

Dichiarazione dei redditi 2021, le spese mediche da detrarre

Per accedere alla detrazione sull'Irpef del 19% non ci sono vincoli per chi acquista medicinali o dispositivi medici e per le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. Per il resto da quest'anno lo sconto spetta a condizione che l'onere sia sostenuto con modalità di pagamento tracciabili (ad esempio carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari). Inoltre rimane un limite minimo: fino alla franchigia di 129,11 euro non spetta alcuna detrazione fiscale.

Precompilata 2021 online: detrazione al 19% solo se il pagamento è tracciabile

Medici, strutture sanitarie e altri soggetti interessati sono stati quindi chiamati a inserire nelle proprie comunicazioni al sistema Tessera sanitaria anche l’informazione relativa alla modalità di pagamento. Sulla precompilata, accanto al dettaglio della spesa, i contribuenti trovano tre tipi di dicitura: “tracciato” “non tracciato” oppure “informazione non comunicata”. Le spese sono automaticamente calcolate per la detrazione se tracciate, tranne per i casi citati. Anche in caso di “informazione non comunicata” si presume che sia stato usato il contante.

In generale, seppure va considerato il vincolo della tracciabilità, si possono detrarre quasi tutte le spese, pubbliche e private, comprese quelle per farmaci e medicinali omeopatici (acquistati in farmacia o presso esercizi commerciali autorizzati come i supermercati, oppure online se non serve la prescrizione medica) e per il rilascio di certificati medici (per usi sportivi, per la patente o altro). Sono esclusi i parafarmaci, come integratori alimentari, prodotti fitoterapici, colliri e pomate, anche se c'è una prescrizione medica.

Dichiarazione dei redditi 2021, per i farmaci serve lo scontrino

Le spese per l’acquisto di farmaci o medicinali sono detraibili se la spesa è certificata da fattura o da scontrino fiscale, con specificati la natura, la qualità e la quantità dei prodotti acquistati, assieme al codice fiscale del destinatario.

Le voci “farmaco” o “medicinale” possono essere indicate anche con sigle e termini tecnici, come “otc” (over the counter o medicinali da banco), “sop” (senza obbligo di prescrizione), “omeopatico” e abbreviazioni. La natura del prodotto “farmaco” può essere identificata poi con le codifiche del sistema tessera sanitaria come: tk (ticket) o fc (farmaco)

Errori nel 730, spese sanitarie a rischio: molte dichiarazioni dei redditi precompilate non registrano le detrazioni

Se la prestazione sanitaria, poi, non è resa da strutture pubbliche o accreditate, l’utilizzo di sistemi di pagamento tracciabili può essere attestato con l’annotazione in fattura, la ricevuta fiscale o un documento commerciale da chi riceve le somme.

Senza tutto ciò serve: l'estratto conto, una copia del bollettino postale, la ricevuta del versamento bancario o la ricevuta del pagamento con carta di credito.

Come fare la Dichiarazione precompilata

La precompilata è disponibile nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate. Per accedere è necessario essere in possesso di: credenziali del Sistema pubblico di identità digitale (Spid), Carta d’identità elettronica (Cie), Carta nazionale dei servizi (Cns) o credenziali dei servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate (Fisconline/Entratel), ormai in fase di dismissione (dal 30 settembre si accederà solo con Spid, Cie o Cns). All’interno del servizio è possibile visualizzare, modificare e integrare la propria dichiarazione e infine inviarla all’Agenzia. Una volta effettuato l’invio, la dichiarazione con il protocollo dell’invio resta visualizzabile e scaricabile all’interno della propria area autenticata.

La precompilata va inviata entro il 30 settembre (modello 730) ed entro il 30 novembre (modello Redditi). Per maggiori informazioni si può consultare il sito dell'Agenzia delle entrate.

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Anche quest'anno la percentuale e l'ammontare preciso del proprio contributo a ciascuna voce di spesa del bilancio dello Stato saranno a disposizione del contribuente all'interno dell'area riservata della precompilata. Il cittadino potrà quindi avere contezza diretta sull'utilizzo delle proprie imposte. Un'operazione di trasparenza voluta dal direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e realizzata in collaborazione con l'Ispettorato Generale del Bilancio del dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. Nel dettaglio, il 19,16% delle imposte pagate è stato utilizzato per la sanità, il 21,10% per la previdenza, l'11,16% per l'istruzione.

Quando arrivano i rimborsi?

Per lavoratori dipendenti e pensionati il rimborso Irpef arriva direttamente in busta paga oppure nella rata mensile. Per i primi, dopo l'invio del 730, i soldi arrivano a partire dal mese di luglio (di solito a distanza di un mese da quando si fa la dichiarazione), ma se il lavoratore è a debito di imposta gli viene detratto dal cedolino l'importo dovuto. 

Per i pensionati, il rimborso viene accreditato a partire dal mese di agosto o di settembre. Cioè slitta di due mesi rispetto alla data di invio del 730. Anche in questo caso, però, se il contribuente deve versare delle somme, c'è la detrazione dal cedolino.

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Per i lavoratori autonomi invece, si procede tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate, e i rimborsi arrivano a fine anno (di solito a dicembre) nel conto corrente indicato. Se non viene indicato il rimborso può slittare fino a marzo dell’anno successivo.

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