Dai trasporti all’industria adesso tocca al biometano

Dai trasporti all’industria adesso tocca al biometano
di Francesco Bisozzi
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Mercoledì 3 Novembre 2021, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 14:07

Non solo idrogeno e auto elettriche. La decarbonizzazione dei trasporti passa anche per il biometano, che da qui al 2026 assorbirà con il Pnrr quasi 2 miliardi di euro di incentivi e circa 5 miliardi di euro di investimenti.

Obiettivo: raggiungere un consumo di 5,5 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile al 2030. Il biometano occupa un ruolo centrale anche nel piano strategico 2020-2024 di Snam, che nell’ambito dei 720 milioni di euro di investimenti nella transizione energetica destina 150 milioni alla mobilità sostenibile più 220 milioni per i nuovi impianti di biometano. Snam per esempio realizzerà entro il 2024 circa 150 stazioni di rifornimento green per accrescere sul territorio l’infrastruttura di distribuzione di gas naturale liquefatto (Lng), biometano, biometano liquefatto e idrogeno. Con il nuovo piano industriale l’impegno di Snam su questo fronte però potrebbe aumentare ancora. Il biometano è un gas rinnovabile che si produce dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani e da scarti agricoli e agroindustriali. Dal momento che è chimicamente identico al gas naturale può sfruttare le infrastrutture esistenti per trovare impiego in molteplici settori: oltre che nei trasporti potrà essere utilizzato nel settore industriale per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici. Snam4Environment è la società che raggruppa le realtà controllate da Snam attive nel biometano e in progetti di economia circolare.

Tra queste la pordenonese Ies Biogas, specializzata nella costruzione degli impianti. A Schiavon, in provincia di Vicenza, Ies Biogas sta realizzando un impianto che produrrà biometano avanzato per i mezzi di trasporto pesanti valorizzando esclusivamente reflui zootecnici. In Sicilia, in provincia di Enna, l’impianto Assoro Biometano produce biometano avanzato valorizzando matrici agricole, zootecniche e scarti della lavorazione delle arance. I due impianti sono esempi della sinergia tra le controllate di Snam nel biometano: Ies Biogas si occupa della realizzazione di impianti, mentre la loro gestione è affidata a Iniziative Biometano, società di cui il gruppo guidato dall’ad Marco Alverà ha rilevato il 50% nel 2020. Ma Snam4Environment è attiva anche nel biometano da rifiuti attraverso la controllata Renerwaste e oggi può contare su tre impianti (uno in Piemonte e due in Lombardia) che trasformano la frazione organica dei rifiuti solidi urbani in energia rinnovabile. Altrettanto importante il contributo di Snam4Mobility, che realizza stazioni di rifornimento di gas naturale e biometano e fornisce servizi integrati per il rifornimento smart tramite la controllata Cubogas.

LO SVILUPPO

 Nel complesso la rete gas nazionale di Snam dispone già di una trentina di allacciamenti attivi con impianti che immettono biometano. Il potenziale di espansione è notevole: sono 1.700 gli impianti a biogas esistenti che possono essere riconvertiti a biometano. Nel frattempo, uno studio dedicato alle emissioni di gas serra e di biossido di azoto, realizzato dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche, ha messo a confronto l’impatto ambientale di differenti combustibili impiegati nel settore dell’autotrazione. Ne è emerso che nel settore della mobilità il biometano liquefatto permette la riduzione delle emissioni di gas serra fino al 121,6 per cento rispetto all’impiego di gasolio e una diminuzione del 65 per cento di biossido di azoto. Va segnalato che oggi circa un terzo del gas usato in Italia per i trasporti è bio.

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