Termini Imerese, nell'idrogeno la resurrezione: il sito siciliano potrebbe rinascere all'insegna del green

Termini Imerese, nell'idrogeno la resurrezione: il sito siciliano potrebbe rinascere all'insegna del green
di Giusy Franzese
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Mercoledì 3 Febbraio 2021, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:14

Niente più automobili, che nell’ultimo decennio non è che abbiano portato tanta fortuna al territorio di Termini Imerese. Il futuro dell’area ex Fiat siciliana potrebbe avere un volto completamente diverso: energie rinnovabili, riciclo dei materiali, intelligenza artificiale. E anche mobilità con veicoli a due ruote elettrici e monopattini anche questi elettrici. Una ventina di aziende - tra queste anche alcune startup - impegnate nell’economia green e circolare sono pronte a rilanciare l’area. Sono imprese del Nord, del Centro e del Mezzogiorno: si sono riunite in un consorzio e hanno messo a punto il progetto S.U.D., Smart Utility District. E il 2021, esattamente dieci anni dopo la decisione dell’allora amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne di chiudere il sito industriale, potrebbe essere l’anno della rinascita per Termini Imerese e per i circa 800 operai che ancora pagano lo scotto della sfortunatissima vicenda Blutec. Invitalia, la società al cento per cento del Tesoro, sta valutando la solidità del progetto. In ballo ci sono tanti soldi a fondo perduto messi da Stato, Regione e Ue e - a maggior ragione dopo le vicende di malversazione da parte dei vertici di Blutec per le quali pende un giudizio penale - è giusto essere cauti e prudenti. Con un occhio però al calendario. Perché in Sicilia sono almeno dieci anni che aspettano una vera soluzione per Termini Imerese, e sarebbe pure ora di trovarla. Il progetto S.U.D comunque non è l’unico arrivato sulla scrivania dei commissari straordinari che stanno gestendo il fallimento di Blutec, la società che nel 2016 sottoscrisse un accordo per rilanciare il sito industriale con la costruzione di auto elettriche. I soldi pubblici furono erogati, le auto non si sono mai viste. A novembre si è fatto avanti anche un altro consorzio (Sit) e non mancano singole aziende interessate a far parte del nuovo distretto.

LA NEWCO

Intanto a breve dovrebbe concretizzarsi la procedura concordataria attraverso la quale i commissari straordinari di Blutec conferiranno l’intera area industriale dell’ex Fiat a Termini Imerese a una newco costituita da più soggetti pubblici, compresa Invitalia.

Sarà poi questa newco ad affittare i rami di azienda. Il consorzio Smart City Group è stato il primo, in ordine di tempo, ad aver presentato la manifestazione di interesse. Il che ha portato i rappresentanti già a varie riunioni al Mise, con i commissari straordinari e con le istituzioni locali. Viola, fucsia, grigio, ceruleo. E poi verde malachite, rosso vivo, rosso granata e rosso cremisi. Se il progetto dovesse avere il via libera, potrebbero colorarsi così i capannoni all’interno dei 42 ettari del sito industriale di Termini Imerese. Ogni colore un tipo di produzione diverso. Dalle nano-piastrine ingegnerizzate di grafene (progetto malachite della Graphene Company) al trattamento di oli esausti alimentari recuperati per la bioplastica (colore rosso granata, progetto di EcoEnergy e Sicilgrassi); dalle batterie al litio (progetto rosso di Danisi Engineering) a quello ad accumulo più innovative (G.E.S.S.); dalla produzione di fertilizzanti e di gas tecnici, medicinali ed energetici, al trattamento e pulizia delle acque; dalla “coltura idroponica” degli ortaggi alle meraviglie dell’intelligenza artificiale (progetto viola) per semplificare la relazione fra cittadino e pubblica amministrazione. Non manca la creazione di un Parco Scientifico e Tecnologico e un Laboratorio per l’Innovazione e la Ricerca Avanzata e applicata (LIRA) al quale sono pronti a partecipare ben 18 atenei. Il progetto S.U.D. nel suo complesso per partire necessita di 200 milioni di euro. Il 75% dovrebbe arrivare a fondo perduto. E qui - è ovvio - la valutazione della fattibilità deve essere quanto più scrupolosa possibile. C’è poi la questione occupazione. «La nostra priorità è l’assorbimento dell’intera forza lavoro attualmente in cig» sottolinea l’avvocato Fabrizio Grasso, uno dei tre commissari straordinari Blutec. Si tratta di circa 800 persone. Il progetto S.U.D. indica per la prima fase una forza lavoro complessiva del 70% della platea. «A regime pensiamo di arrivare a circa 1.500 persone, compreso l’indotto» assicura Giancarlo Longhi presidente del consorzio. I sindacati però chiedono che ad assumere sia un soggetto unico e non frammentato in una pluralità di attori fra di loro giuridicamente distinti.

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