Terna, l'ad Donnarumma: «Solo con le rinnovabili usciremo dalla crisi energetica»

Terna, l'ad Donnarumma: «Solo con le rinnovabili usciremo dalla crisi energetica»
di Francesco Bisozzi
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Mercoledì 5 Ottobre 2022, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 15:04

Al di là dei rimedi temporanei, peraltro sacrosanti, la via di uscita dallo choc energetico va cercata nelle rinnovabili.

Ne è convinto l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma: «Se già oggi il prezzo dell’energia elettrica fosse dipendente solo dal costo industriale delle fonti rinnovabili e non ancorato al costo della produzione con il gas, allora il prezzo di riferimento della componente energia della bolletta dell’ultimo trimestre sarebbe inferiore di quasi il 90%». Terna, regista del sistema elettrico nazionale, investirà 18 miliardi nei prossimi dieci anni per sviluppare la rete e abilitare le fonti rinnovabili. Non solo. L’azienda guidata da Donnarumma ha da tempo evidenziato la necessità di promuovere lo sviluppo di capacità di accumulo di grande taglia, fondamentale per stoccare grandi volumi di energia nelle ore centrali della giornata, quando la produzione del fotovoltaico è strutturalmente sovrabbondante, per restituirla nelle ore notturne. 

IL PROGRAMMA

Per realizzare gli accumuli previsti dal “Piano nazionale per l’energia e il clima” (Pniec) al 2030 si può stimare un investimento complessivo necessario pari a circa 15 miliardi di euro che porterà un duplice beneficio: da un lato avrà un impatto positivo sul Pil, pari a oltre 40 miliardi di euro calcola Terna; dall’altro sarà possibile immettere in rete grazie agli accumuli circa 16 terawattora all’anno di energia rinnovabile. «Se vogliamo veramente fare un passo in avanti e dare una risposta concreta alle problematiche del caro energia e della sicurezza energetica, cercando di renderci indipendenti dal gas, serve un massiccio programma di investimenti in rinnovabili e accumuli: non possiamo tergiversare ulteriormente», sottolinea l’amministratore delegato di Terna.

Il problema è che per quanto riguarda gli accumuli ci sono stati errori di pianificazione che pesano. Sempre Donnarumma spiega che per accompagnare i 70 gigawatt di energie rinnovabili, gli accumuli devono essere di 10 gigawatt, mentre oggi i numeri sono risibili. Finora l’accumulo è stato interpretato dalla normativa europea come un sistema di produzione di energia. «La verità - precisa il manager - è che l’accumulo di energia elettrica è un sistema di compensazione della rete e se questo non viene fatto, non si può godere dei benefici delle rinnovabili». Appare dunque fondamentale accelerare il più possibile i processi di autorizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici, considerato anche che il costo effettivo dell’energia prodotta per esempio da un impianto solare è di circa 5 volte più basso del valore registrato nei primi sei mesi dal Pun, il prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica che viene acquistata nella Borsa elettrica italiana. Il Piano di sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale di Terna prevede una serie di interventi che permetteranno di ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 per 5,6 milioni di tonnellate annue (quasi il doppio rispetto al piano precedente) e consentiranno di demolire 4.600 chilometri di infrastrutture obsolete. Numerosi i progetti che verranno completati nei primi anni del piano, tra cui l’elettrodotto Colunga-Calenzano, che si snoda per 84 chilometri tra le province di Bologna e Firenze, e la linea Chiaramonte Gulfi-Ciminna, lunga 170 chilometri, primo collegamento ad altissima tensione nella parte occidentale della Sicilia. Entreranno inoltre in esercizio il Tyrrhenian Link, il collegamento sottomarino ad alta tensione che unirà la Sardegna alla Sicilia e quest’ultima alla Campania, e l’Adriatic Link, tra Abruzzo e Marche, collegamento da 1.000 megawatt di potenza e lungo circa 280 chilometri. 

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