Lotta al cybercrimine nell’era del Covid: sequestrate tonnellate di farmaci contraffatti

Lotta al cybercrimine nell’era del Covid: sequestrate tonnellate di farmaci contraffatti
di Giusy Franzese
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Mercoledì 1 Dicembre 2021, 11:37 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 10:41

Una Rolls Royce con i sedili rivestiti di pelle di coccodrillo, un uovo fossile di dinosauro trafugato chissà dove, anabolizzanti extra-Ue non autorizzati in Italia e anche le “pilloline blu” che aiutano chi ha problemi di prestazioni sessuali.

E poi droga, tantissima droga. E si sono riviste anche le sigarette di contrabbando. Sono solo alcuni esempi della merce sequestrata dall’Agenzia delle Dogane nell’ultimo anno. Con la pandemia è aumentato esponenzialmente il commercio online e così anche i tentativi, attraverso questo canale, di far entrare nel nostro Paese merce pericolosa e vietata. Un fenomeno non solo italiano. Uno studio Ocse/Euipo ha rilevato come a fronte di un aumento delle vendite al dettaglio attraverso il web (+41% in due anni in Europa), sono più che proporzionalmente aumentate anche le frodi e le contraffazioni. «Le autorità di contrasto nel settore informatico hanno segnalato un aumento della cybercriminalità di vario tipo, tra cui l’offerta di prodotti illeciti come medicinali contraffatti e sub-standard, kit di tamponi e altri prodotti correlati a Covid-19», sottolinea il rapporto. Per sfuggire alle maglie dei controlli dei doganieri, la merce illecita viene spedita in piccoli colli, spesso attraverso il servizio postale. Le piattaforme di e-commerce collaborano con le autorità per bloccare la vendita di prodotti illegali, ma è come fermare il vento con le mani: i cybercriminali riescono a trovare continuamente nuovi sotterfugi.

LE MERCI

 Calzature, abbigliamento, cosmetici, orologi, attrezzature elettroniche: questi i prodotti più gettonati sull’e-commerce e anche quelli più contraffatti. A essere molto preoccupante è però l’exploit di medicinali falsi e comunque non legali. La cybercriminalità ha sfruttato le paure (e anche le fake) attorno al Covid.

C’è un numero nel rapporto impressionante: 100.000. Sono i siti, nati dopo marzo 2020, che vendono medicinali e che nel dominio hanno la parola “Covid”, oppure “corona”, oppure “virus”. Si tratta di merce che, quando va bene, è illegale ma presumibilmente innocua per la salute. Ci sono però anche tanti falsi farmaci che potrebbero mettere a rischio la vita di chi li assume.

L’AFFARE VIRUS

Anche molti italiani si sono fatti sedurre dalle promesse del web su medicinali “miracolosi”. Secondo i dati elaborati dall’Agenzia delle Dogane per MoltoEconomia, nei primi nove mesi del 2021 sono stati scoperti e sequestrati oltre 1.200 chilogrammi di medicine illegali e pericolose. Il triplo rispetto all’intero 2019. Venivano soprattutto dall’India, dal Ghana, dall’Ungheria, dalla Nigeria, dal Burkina Faso, dalla Svizzera e dalle Filippine. Sono stati intercettati nelle spedizioni dei corrieri in piccoli pacchi (soprattutto le “pilloline blu”), ma erano anche nascosti in grossi container arrivati via mare. In aumento anche le vendite di abbigliamento contraffatto: i sequestri da parte dell’Agenzia delle Dogane sono stati nei primi nove mesi del 2021 già il doppio di quelli nell’intero 2019. Altro exploit: i sequestri della categoria “altre merci” sono passati da 1 milione di unità nel 2019 a oltre 12 milioni nel 2020 e già quasi a 9 milioni alla fine del terzo trimestre 2021. Fanno parte di questo macro-agglomerato anche le macchine industriali e gli utensili, i veicoli e i loro componenti. È qui che troviamo la Rolls Royce (autentica) con pelle di coccodrillo (illegale perché specie protetta). È qui che troviamo anche altre auto di lusso utilizzate dalla criminalità organizzata per traffici illegali. Con le vecchie norme per lo più rimanevano a “marcire” nei depositi (tra l’altro a pagamento). Ora a volte sono utilizzate dalle amministrazioni pubbliche che ne fanno richiesta. «Laddove possibile - spiega il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna - vengono messe all’asta e di recente, con un’innovativa regolamentazione, sono messe nelle disponibilità delle amministrazioni dello Stato. Non solo un risparmio per l’Erario, ma anche un segnale forte di contrasto all’illegalità». Ma non sono le uniche “occasioni” in cui della merce sequestrata viene utilizzata per finalità “virtuose”. La comunità di Sant’Egidio a Roma per esempio si è vista recapitare dall’Agenzia delle Dogane due container di riso: erano stati abbandonati al porto di Civitavecchia dopo una scarico da una nave. 

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