Coach e bootcamp per orientare i giovani a scegliere studi e lavoro

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di Giusy Franzese
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Mercoledì 7 Settembre 2022, 13:01 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 10:26

Probabilmente sarà l’effetto “astro-samantha”: sono sempre di più i neodiplomati che vorrebbero frequentare i corsi di laurea in astronomia.

Claudia si è preparata tutta l’estate per il test d’ingresso – che si sta svolgendo proprio in questi giorni – ma ha anche un piano B: se non entra ad astronomia, proverà con fisica. E poi c’è il piano C: biotecnologie. E ancora il piano D: biologia marina. E chissà magari, racconta la mamma di Claudia con tono quasi disperato, «tra un po’ ci dirà che invece vorrebbe fare veterinaria o chissà che altro». Claudia però non è un’eccezione: secondo recenti studi e analisi l’80% dei ragazzi al termine del ciclo di scuola media superiore «è confuso e indeciso» sul proprio futuro. E così due università private, UniPegaso e UniMercatorum insieme con la startup FriendZ Enterprise, hanno fatto un esperimento: un bootcamp di tre giorni significativamente denominato “i disorientati”. Obiettivo: combinare le predisposizioni naturali dei ragazzi con le richieste reali del mercato del lavoro. L’edizione pilota si è svolta ad Agerola, nel napoletano: c’erano solo 5 posti disponibili, hanno inviato la domanda di partecipazione in 600. «Abbiamo notato che spesso i più giovani non sanno quali sono i lavori realmente disponibili e non conoscono tutte le nuove professioni create con la digitalizzazione. Spesso alla domanda “quali mestieri conosci?” non sapevano andare oltre ai classici avvocato, medico, commercialista» racconta Cecilia Nostro, co-founder di FriendZ Enterprise. L’esperimento è andato bene e ora si sta lavorando alla seconda edizione da tenere in altre zone d’Italia.

COSA FARÒ DA GRANDE

Il problema però è che l’esercito dei disorientati non è formato soltanto dai neodiplomati.

Sempre più frequentemente anche i neolaureati non sanno bene che cosa vogliono davvero fare da grandi. I più volenterosi mandano curriculum ovunque capiti, partecipano a tutti i concorsi pubblici in qualche modo attinenti al loro corso di laurea, sperano nel “colpo di fortuna” o nella segnalazione dell’amico di famiglia. E poi vanno all’estero. Con un paradosso: molte aziende lamentano di non trovare i profili specializzati di cui hanno bisogno e contestualmente la disoccupazione giovanile aumenta e tocca il 24%. Certamente influisce il fenomeno dello skill mismatch, ovvero il gap tra le competenze ricercate dalle imprese e quelle in possesso delle persone.

LA GIUNGLA

A volte – molto più spesso di quanto si immagini – però capita anche che gli aspiranti lavoratori abbiano le competenze richieste, ma non sappiano valorizzarle né presentarle agli indirizzi giusti. Ecco quindi che SDM (Scuola di Alta Formazione dell’Università di Bergamo), AxL (società che si occupa di gestione delle risorse umane) e Cobalto (digital agency specializzata in progetti e-commerce di livello internazionale) hanno lanciato un nuovo progetto che dovrebbe essere operativo nel 2023: il coach del lavoro, in veste digitale. In pratica si tratta di una piattaforma online (la prima di questo genere in Italia) che propone a chi sta cercando lavoro o vuole cambiarlo una serie di servizi di supporto e soluzioni concrete per districarsi nella giungla di annunci, offerte e tipologie di curricula. Una sorta di personal trainer del lavoro aiuterà i candidati a cogliere le giuste opportunità professionali, rendendoli più appetibili sul mercato valorizzandone i talenti. «Ci proponiamo di unire tra loro i principali canali utilizzati da chi cerca un lavoro, che sono le Agenzie per il lavoro (al primo posto), le piattaforme come Linkedin (scelta da un quarto della popolazione in cerca di nuove opportunità) e il canale delle relazioni, tra le quali i contatti personali e le relazioni coltivate attraverso i social media» spiega Lucio Oliveri, direttore generale AxL. Entro novembre si concluderà la fase di predisposizione scientifica all’interno del Master in Digital Business Development, l’obiettivo è rendere operativa la piattaforma a inizio 2023. C’è da sperare che abbia miglior fortuna degli ormai famosi navigator, anche loro ideati come tramite tra le aziende che cercano personale e i beneficiari del reddito di cittadinanza. Ma sappiamo tutti come è andata. 

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