Si guadagna di più se la finanza diventa “comportamentale”: frenare l'emotività nella gestione del capitale

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di Marco Barbieri
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Mercoledì 1 Dicembre 2021, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 17:13

La finanza comportamentale continua a essere un elemento decisivo per guidare le scelte di investimento.

È un metodo che si sta consolidando anche in questa stagione post-pandemica. E Banca Aletti ne ha fatto una bandiera per orientare la propria clientela private in questa difficile congiuntura caratterizzata da una sensibile ripresa economica in Italia (con un Pil che cresce oltre il 6%) e che offre opportunità importanti a chi non vuole tenere congelata la propria liquidità. «Le previsioni di Banca Aletti, condotte dalla struttura Economic Research and Markets Strategy – spiega Alessandro Varaldo, amministratore delegato dell’istituto che fa parte del Gruppo Banco Bpm – si inquadrano in uno scenario generalmente favorevole alle azioni internazionali a dividendo con esposizione al fattore value e alle piccole e medie capitalizzazioni, tra cui le eccellenze domestiche. La componente obbligazionaria è stabilmente investita in sottostanti di qualità diversificati per fonti di reddito; tasso variabile e obbligazioni di emittenti finanziari convertibili rappresentano le opportunità della nostra strategia di portafoglio a duration contenuta».

TRE PILASTRI

Le indicazioni di investimento sono accompagnate da servizi di consulenza finanziaria che si basano su tre pilastri: modelli di ottimizzazione dei portafogli di investimento in continua evoluzione grazie a partnership con primari ricercatori universitari; individuazione dei principali bisogni finanziari con la selezione delle migliori soluzioni grazie a un modello di “open architecture”; il supporto di professionisti, i private banker dell’istituto, che beneficiano di una costante e continua formazione sia su aspetti tecnici sia su tematiche legate alla finanza comportamentale attraverso un percorso formativo e manageriale nell’Accademia Aletti. «Questi tre elementi – spiegano dalla banca – ci hanno permesso di definire un nuovo concetto di consulenza che chiamiamo BA3, una sigla (BA) che si giustifica perché racchiude la tradizione di Banca Aletti (BA), con un modello di consulenza che si fonda sulla Behavioral Advisory (ancora una volta BA) nonché il nostro modo di fare banca assieme (BA per la terza volta) con i nostri professionisti, con i nostri clienti e le comunità dove operiamo».

Gli obiettivi strategici di protezione, valorizzazione e trasmissione del patrimonio nella sua accezione più ampia (e quindi non solo finanziaria) sono declinati attraverso l’offerta di servizi di investimento e di consulenza in ottica di approccio globale al family business, con un’analisi accurata delle dinamiche familiari e aziendali: dalla consulenza specialistica in materia di tutela e trasmissione del patrimonio, compresa la gestione del passaggio generazionale in ambito azienda di famiglia, al Private Insurance, Art Advisory, Real Estate Advisory, fino ai servizi di Family Office. Il target di clientela a cui si rivolgono i 300 private banker e consulenti finanziari di Banca Aletti è sicuramente medio-alto, con patrimoni da investire di una certa consistenza, per i quali il consiglio di rivolgere attenzione al private market si giustifica con una ragionata presa di rischio in funzione di un beneficio atteso.

I NUOVI CONSUMI

 «L’effetto da cogliere, e che intendiamo mantenere in portafoglio anche in questo periodo – aggiungono da Banca Aletti – è la ricaduta positiva sul fattore d’investimento value. In particolare, banche, energetici e piccole-medie capitalizzazioni dovrebbero beneficiare della normalizzazione delle politiche monetarie a discapito dei settori più difensivi del mercato come la tecnologia e il sanitario. Privilegiamo, anche per questo ultimo trimestre, l’esposizione alle azioni internazionali dividend value, al comparto ESG, alle piccole e medie capitalizzazioni, e al settore dei nuovi consumi. La Cina, e più in generale il mercato asiatico, rimangono investimenti core di medio periodo nei nostri portafogli». 

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