Cina, debutta la prima valuta digitale di Stato contro i bitcoin

Cina, debutta la prima valuta digitale di Stato contro i bitcoin
di Massimiliano Cocco
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 15:03 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 23:56

La prima valuta digitale sovrana (emessa cioè da una banca centrale) sta per diventare realtà: si chiamerà yuan digitale e ha iniziato a circolare in Cina. Basata su tecnologia blockchain, è – potenzialmente – una rivoluzione, tanto che il governo l’ha paragonata all’imposizione di una sola moneta legale da parte dalla dinastia Qin (221-206 a.C.), che fu determinante per l’unificazione del Paese. Più di duemila anni dopo, i primi test sono iniziati a Shenzhen, Suzhou, Xiong’an e Chengdu: in queste metropoli centinaia di migliaia di fortunati hanno vinto – in apposite lotterie – 200 yuan digitali, poi spesi in negozi abilitati che hanno incassato complessivamente oltre 2 miliardi di yuan (299 milioni di dollari). La sperimentazione verrà estesa gradualmente, e le Olimpiadi invernali di Pechino 2022 saranno una vetrina per questa moneta del futuro. L’obiettivo dello yuan digitale è contribuire a mantenere il controllo dello Stato su un’economia sempre più online, nella quale commerciali d’ogni genere e scambi di denaro si svolgono – nell’86% dei casi – via internet, grazie ai sistemi creati da operatori privati: Alibaba, che nel 2004 lanciò Alipay, e Tencent, che nel 2013 replicò con WeChat Pay. In un simile contesto – ha dichiarato il capo dell’Istituto di ricerca sulle valute digitali della Banca centrale di Pechino (Pboc), Ma Changchun – lo yuan digitale servirà anche «a combattere le criptovalute e le stablecoin globali» come Bitcoin e Libra, denaro virtuale creato indipendentemente dalle banche centrali che Pechino considera una minaccia alla stabilità del sistema finanziario mondiale. Potrà inoltre contribuire all’internazionalizzazione dello yuan, ma non insidierà il dominio del dollaro. Almeno fino a quando il governo cinese non permetterà la piena convertibilità della sua valuta, sarà difficile capovolgere lo status quo, che vede il 40% delle transazioni tramite il sistema SWIFT effettuate in dollari e soltanto il 2% in yuan.

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LA DISTRIBUZIONE

Intanto, a distribuire lo yuan digitale penseranno banche commerciali, compagnie telefoniche di stato, e WeChat Pay e Alipay.

Ma il monopolio dei portafogli virtuali di queste ultime sarà insidiato dalla app della Pboc. La differenza con il sistema attualmente in vigore – nel quale sono WeChat Pay e Alipay a gestire i servizi di pagamento elettronico – sarà sostanziale. Con lo yuan digitale infatti lo Stato manterrà il tracciamento di ogni scambio in denaro, garantendo una sicurezza “a prova di bomba”. Ma anche, potenzialmente, il controllo del Partito comunista su qualsiasi attività dei cittadini che preveda uno scambio di moneta. Infatti la Pboc si occuperà, oltre che di determinare le quote di emissione, anche della sicurezza e delle app. Una curiosità: sull’applicazione della Banca centrale per l’utilizzo dello yuan digitale compare – come sulle vecchie banconote – il volto di Mao Zedong: cosa penserebbe il Grande timoniere di quest’ultima invenzione della finanza cinese?

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