Borsa, il Coniglio cinese diventa Lepre e scalda anche il Toro: lo stop alle politiche anti-Covid accelera l'economia

Borsa, il Coniglio cinese diventa Lepre e scalda anche il Toro: lo stop alle politiche anti-Covid accelera l'economia
di Roberta Amoruso
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 19:21

Un anno di prosperità e speranza per la Cina. Non solo. L’Anno del Coniglio sarà anche l’anno del Toro per quelle latitudini, dicono i più. Allora meglio garantirsi per tempo di poterlo cavalcare, è il consiglio di un po’ tutte le banche di investimento negli outlook sul 2023. La rigorosa strategia “zero Covid”, il giro di vite sulle regole d’impresa, ma anche l’escalation delle tensioni geopolitiche, ci hanno consegnato un 2022 difficile, il secondo anno di fila per l’azionario cinese. Ma l’inversione di rotta sul finale da parte del governo di Xi Jinping è destinato ad aprire nuovi orizzonti, considerato che la Cina sarà il vero traino dell’economia globale negli anni a venire. Il governo cinese ha infatti rimosso la maggior parte dei controlli sul Covid, le politiche industriali sono ora più favorevoli alle imprese e qualche progresso in effetti è stato fatto anche nella gestione delle tensioni geopolitiche. Sembra che il presidente Xi Jinping, come altri leader cinesi dopo Deng, abbia scelto un approccio pragmatico per bilanciare la stabilità sociale con la crescita economica. Nello stesso tempo, il tasso di inflazione dovrebbe rimanere moderato, consentendo il mantenimento di politiche macroeconomiche accomodanti. Tutte condizioni favorevoli, queste, a una riaccelerazione della crescita e a una ripresa del sentiment degli investitori, secondo Comgest. Se poi si guarda al rapporto prezzo/utili delle azioni cinesi, decisamente a buon mercato rispetto agli standard storici, allora il mercato potrebbe essere davvero pronto a un exploit straordinario proprio nell’Anno del Coniglio. Del resto, nonostante il recente rimbalzo, l’indice MSCI China è ancora sotto del 45% rispetto al picco di febbraio 2021. Le preferite di Comgest sono le società che beneficiano della riapertura del Paese e della crescita esponenziale di qualità a lungo termine. Anta Sports, Suofeiya e Focus Media presentano tutte queste peculiarità in settori come l’abbigliamento sportivo, l’arredamento su misura e la pubblicità, grazie alla loro costante innovazione e alla loro presenza sul mercato in continua crescita. Tencent, invece, colosso dell’economia del Dragone, combina il dominio del Paese nei videogiochi, nei pagamenti e nelle piattaforme di social media. Ma ora il vento contrario sembra cambiare, dopo anni di normative difficili, consumi deboli e crisi del settore tecnologico. La normalizzazione nell’approvazione delle licenze per videogame, il miglioramento del sentiment dei consumatori e le prospettive ottimistiche per gli investimenti tecnologici cinesi dovrebbero offrire una prospettiva a lungo termine positivi.

Poi, la monetizzazione della sua piattaforma di video brevi darà un’ulteriore spinta.

CORRE IL BIOFARMACEUTICO

Un altro trend di crescita globale che le aziende cinesi stanno cogliendo è l’esternalizzazione della produzione e dello sviluppo biofarmaceutico. Wuxi Biologics è uno dei più forti sfidanti del leader globale, l’elvetico Lonza Group: la sua competitività è una combinazione tra un modello di business unico, innovazione e accesso a un pool di talenti più ampio. Per Credit Suisse ci sono invece almeno sette motivi per dire Cina. L’eccesso di liquidità in aumento è il primo fattore a rendere il terreno favorevole. Senza contare che nell’ultimo anno è stato registrato – e qui il secondo elemento a favore – un aumento pari a 17 trilioni di renminbi nei depositi bancari (circa l’8% del Pil oltre il valore storico), che fanno pensare a un buon potenziale per le azioni, visto che la maggior parte dell’aumento della liquidità rimarrà con ogni probabilità in Cina (a causa dei controlli sui capitali) e andrà in attività finanziarie (dati i problemi nel settore immobiliare). Anche perché il rendimento da dividendi è ancora insolitamente interessante rispetto al rendimento delle obbligazioni societarie, tanto da spingere le azioni cinesi a sovraperformare quelle globali (il terzo motivo a favore della Cina). Il quarto elemento ha a che fare con una revisione al rialzo degli utili più decisa rispetto al resto del mondo, in particolare per le società tecnologiche. Infine c’è da considerare che la tecnologia cinese è molto economica rispetto alla tecnologia globale, che l’indice Pmi cinese, ancora molto depresso, aumenterà notevolmente rispetto ai Pmi globali, ma anche che gli investitori stranieri sono ancora molto sottopesati in Cina. Dunque in uno scenario di ripartenza di quella economia, la Cina potrebbe diventare una forza anticiclica proprio mentre il resto del mondo cerca di evitare la recessione. 

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