Mercati con un passo nuovo richiedono idee nuove.
Molto è cambiato negli ultimi trimestri in economia. E per Justin Thomson, a capo dell’International equity in T. Rowe Price, il settore degli investimenti si trova di fronte a un netto cambio di paradigma. Siamo passati da un mondo di disinflazione benigna a uno di inflazione anomala; da tassi d’interesse molto bassi a un contesto di tassi in tendenziale aumento; da un lungo periodo di bassa volatilità a un periodo di volatilità elevata; dalla globalizzazione alla de-globalizzazione; dalla massima liquidità al ritiro della liquidità; e, cosa forse più importante, da un’epoca di valutazioni elevate, per azioni e bond, a una più vicina alla norma storica. Dunque va tenuto conto, dice Thomson, della nuova era dei mercati finanziari, con le banche centrali oggi ben più indipendenti del passato e potenzialmente più efficaci per controllare l’inflazione, ma meno disponibili a sostenere gli asset nei portafogli. I giorni delle valutazioni elevate, alimentate dalla generosità delle banche centrali, sembrano dunque finiti. E sono necessari quadri d’investimento più sofisticati e olistici per tenere conto di fattori macroeconomici, sociali e geopolitici più ampi, oltre che dei fondamentali delle società.
ALLA FINESTRA
In pratica, si tratta di pensare al costo opportunità di ogni posizione in portafoglio. Significa rimanere attivi, perché la volatilità è nostra amica, dicono gli esperti. Un esempio? Probabilmente ci troviamo nella fase iniziale di un ciclo di revisione negativa degli utili. È dunque cruciale che gli investitori capiscano dove gli utili sono più vulnerabili. Mirabaud AM, invece, va a caccia di «opportunità eccezionali» tra i bond, nonostante le turbolenze.