Biodiversità per Villa Sandi non è una moda ma un percorso articolato e rigoroso diventato un biglietto da visita per il gruppo vinicolo trevigiano che esporta in 130 Paesi del mondo con l’obiettivo quest’anno di superare i 140 milioni di giro d’affari (70% export).
Un gruppo all’avanguardia anche nella sperimentazione: pronto a essere impiantato su larga scala un innesto che porta la vite a utilizzare il 20% di acqua in meno rispetto alle tradizionali piante. «Abbiamo iniziato questo cammino nella biodiversità ormai otto anni fa iniziando a coltivare le nostre vigne di proprietà seguendo le indicazioni della World Biodiversity Association e impegnandoci a ridurre l’impatto delle lavorazioni sull’equilibrio biologico dell’ambiente - racconta il presidente del gruppo Villa Sandi, Giancarlo Moretti Polegato - tutte le nostre tenute, 200 ettari tra Veneto e Friuli, sono certificate “Biodiversity friend” dal 2016 e ogni anno i commissari vengono a verificare come gestiamo i vigneti che devono essere un giardino: erba tagliata con regolarità, pochissimi trattamenti con diserbanti, siepi campestri, alveari, utilizzo di fonti d’energia rinnovabile, attenzione nell’irrigazione.
L’imprenditore trevigiano del vino, ottimista sulla vendemmia in corso, sa che c’è in gioco molto più di un’annata o una vendemmia: «Questo paesaggio è un grande biglietto da visita per gli appassionati del vino e per il turismo». Villa Sandi è capofila anche di un progetto nazionale condotto da Wine Research Team che punta ad arginare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici attraverso lo sviluppo di viti che necessitano del 20% di acqua in meno attraverso l’utilizzo di portinnesti (gli apparati delle radici a cui ogni pianta di vite viene unita prima di essere impiantata nel terreno) del Gruppo “M”. La ricerca è stata effettuata su un vigneto sperimentale di Glera (la varietà da cui si produce il Prosecco) nella tenuta di Nervesa della Battaglia (Treviso). A distanza di 5 anni, lo studio evidenzia che la vigna è meno sensibile agli stress idrici e Villa Sandi oggi è pronta a replicare l’innesto su larga scala. «I risultati aprono a sviluppi e prospettive di carattere altamente strategico per il vino italiano», commenta Moretti Polegato. «Questo progetto offre una soluzione sul lungo periodo, condivisa e accessibile a tutti, per affrontare la crisi idrica e insieme l’innalzamento delle temperature».