Marche, cresce il non profit
Le imprese si ristrutturano

Marche, cresce il non profit Le imprese si ristrutturano
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Giovedì 19 Giugno 2014, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 11:48
ANCONA - Cresce il non profit, pi snella la pubblica amministrazione, si ristruttura il sistema delle imprese per la crisi economica e il cambio di contesto competitivo.

È quanto emerge dal nono censimento dell'Industria e servizi, istituzioni non profit condotto dall'Istat nelle Marche, in collaborazione con l'Unioncamere, su un campione significativo di imprese, oltre 10 mila istituzioni non profit e circa 400 istituzioni pubbliche.



Dal censimento emerge una realtà regionale contraddistinta da specializzazioni produttive plurime con un orientamento verso i mercati internazionali. Il tessuto imprenditoriale ha subito i contraccolpi degli ultimi anni di crisi ma risulta ancora ben strutturato. Come nel resto del Paese, si riduce la dimensione della Pa a seguito degli interventi di razionalizzazione, mentre cresce l'attenzione alla sostenibilità ambientale.



Al 31 dicembre 2011, le imprese attive nelle Marche sono 131.386, con una crescita del 7,4% rispetto al 2001, inferiore di un punto percentuale a quella nazionale. L'espansione imprenditoriale della regione è stata il frutto di dinamiche sostanzialmente omogenee a livello provinciale, comprese tra un incremento massimo ad Ascoli Piceno (+8,7%) e uno minimo a Fermo (+6%). Le imprese della regione occupano 296 mila lavoratori dipendenti, 165mila indipendenti, 8 mila esterni e 2.500

temporanei. Il 59,3% dei dipendenti ha la qualifica di operaio, il 30,9% di impiegato e il 2,6% di dirigente-quadro.



Le imprese con struttura aziendale (cioè con almeno tre addetti) che operano sui mercati non esclusivamente locali sono oltre il 45%: il 22,8% quelle attive sul mercato nazionale e il 23,6% anche su quelli internazionali. La maggior propensione a operare all'estero riguarda le imprese che producono apparecchiature elettriche (61,9%) e articoli in pelle e simili (52,6%).



Le organizzazioni non profit attive nelle Marche al 31 dicembre 2011 sono 10.676 (+37,1% sul 2001, anno della precedente rilevazione censuaria sul settore). Nelle 12 mila unità locali insediate nel territorio regionale sono impiegati 16 mila addetti, 5mila lavoratori esterni e 164mila volontari. Rispetto al 2001, il personale dipendente cresce del 32,5%. Cultura, sport e ricreazione è il settore di attività prevalente, nel quale si concentrano oltre 7 mila istituzioni, pari al 71,8% del totale.



I dipendenti nelle unità locali, invece, sono impegnati per il 79,9% in tre settori:assistenza sociale e protezione civile, sviluppo economico e coesione sociale, sanità. La forma giuridica più diffusa nel non profit regionale, come a livello nazionale, è quella di associazione non riconosciuta (68,5% delle istituzioni), seguita dall'associazione riconosciuta (23,1%). Rispetto al 2001, sono le fondazioni e le cooperative sociali a presentare i ritmi di crescita più sostenuti nel numero di istituzioni (rispettivamente +97,5 e +88,7%).



CAMBIA LA P. A., MENO DIPENDENTI IN REGIONE - Al 31 dicembre 2011, si contano nelle Marche 406 istituzioni pubbliche, il 18,1% in meno rispetto alla precedente rilevazione del 2001. La riduzione è legata a una serie di interventi normativi e di processi di razionalizzazione, che hanno portato negli anni alla trasformazione da enti di diritto pubblico a soggetti di diritto privato e all'accorpamento tra istituzioni diverse. Nel 2011 i dipendenti delle 3 mila unità locali della regione sono circa 76 mila (5 mila in meno rispetto al 2001), al netto dei militari e degli appartenenti alle forze di polizia, con un calo del 6,6%, più limitato rispetto alla flessione nazionale pari a -11,4%. Tra le amministrazioni locali, è la Regione ad avere subito la più forte contrazione del numero di dipendenti (-30,5%), seguita dalle Altre istituzioni pubbliche (Camere di Commercio, ordini e collegi professionali, università ed enti di ricerca), in calo del 17%, e dai Comuni (-15,6%). Variazioni positive hanno interessato le Comunità montane-Unioni di Comuni (+74,4%), le Province (+44,5%, in particolare per effetto dell'istituzione della nuova Provincia di Fermo) e gli enti del Servizio sanitario nazionale (+6,8%).
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