Andrea Merloni all'Istao
"Più strumenti ai giovani"

Andrea Merloni
Andrea Merloni
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Venerdì 6 Giugno 2014, 19:51 - Ultimo aggiornamento: 19:54
ANCONA - ​Formazione aiutare la capacit delle persone di adattarsi al nuovo e dare ai giovani strumenti per competere. Lo ha detto Andrea Merloni. Il presidente dell'Istao, l'Istituto superiore di formazione manageriale, ha aperto così ad Ancona la seconda edizione del Festival di cultura olivettiana.

Un appuntamento in cui si è parlato di università, disoccupazione giovanile e collegamento fra imprese e scuola grazie agli interventi di Sauro Longhi (rettore dell'Università Politecnica delle Marche), Antonio Felice Uricchio (rettore dell'Università di Bari), Giovanni Paciullo (rettore dell'Università per stranieri a Perugia) e dell'assessore regionale al Lavoro e Istruzione Marco Luchetti.

Merloni ha ribadito che la formazione è uno dei migliori investimenti su se stessi e serve anche alle imprese per diffondere la loro cultura. E alle aziende ha fatto appello Longhi affinchè non cerchino consulenti ma assumano «i nostrilaureati e mettano il capitale umano al centro delle imprese e della loro competitività». Longhi ha voluto sfatare due luoghi comuni: i giovani non sono 'bamboccionì, ma anzi sono più intraprendenti della vecchia generazione; per chi si rende più competitivo laureandosi è più facile trovare lavoro.

Quanto alla presunta inadeguatezza delle università italiane, secondo i dati europei, Paciullo non ha nascosto perplessità soprattutto il relazione al problema della fuga dei cervelli di cui spesso si parla: «qual è il problema, adeguare il sistema universitario o fermare la fuga dei cervelli?». L'università, ha spiegato Uricchio, ormai ha compreso che tra le proprie missioni c'è anche quella di placement. Quanto al ranking degli atenei italiani, ne servirebbe uno ponderato che consideri le risorse a disposizione, le spese per la ricerca (molto basse in Italia) e il numero di ricercatori: solo così il dato sarebbe più aderente alla realtà.

«Le università hanno risultati straordinari con le risorse a loro disposizione». Ma c'è un punto, ha osservato Luchetti, su cui bisogna assolutamente lavorare di più: il collegamento tra istituzioni, istruzione e imprese, che deve essere «sinergico e consapevole».

Quanto all'istruzione, ha concluso, «da 20 anni la scuola non è più nel cuore della gente e invece la cultura della formazione deve tornare a permeare la nostra società».
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