Gli effetti della manovra
Salve le famiglie con due redditi

Gli effetti della manovra Salve le famiglie con due redditi
di Luca Cifoni
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Venerdì 25 Ottobre 2013, 21:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 07:47
Benefici, anche se limitati, per le famiglie di lavoratori dipendenti a reddito medio-basso; penalizzazioni per platee specifiche (ma estese) come quelle dei pensionati con reddito medio-alto o dei lavoratori pubblici. E un’incognita sul reale impatto della tassazione immobiliare. Vista dal punto di vista dei nuclei familiari, la legge di stabilità che è all’esame del Senato appare complessivamente neutrale, nel senso che non è certamente in grado di dare quella spinta ai consumi che qualcuno nel governo auspicava, ma allo stesso tempo - rispetto a passate manovre - non minaccia di incidere più di tanto sui bilanci casalinghi. Almeno nell’immediato.



L’ANNO SENZA IMU

Il confronto più ovvio e interessante è quello tra il 2014 e l’anno in corso. Confronto che però è in qualche modo falsato dal fatto che nel 2013, a meno di improbabili sorprese, non si pagherà neanche un euro di Imu sull’abitazione principale, mentre i Comuni incasseranno a dicembre l’addizionale Tares pari a 30 centesimi a metro quadrato. Dunque sulla casa ci sarà sicuramente un aggravio, più o meno rilevante a seconda della rendita catastale e poi dell’immobile e dell’aliquota che i Comuni sceglieranno. Ipotizzando che questa resti ferma all’1 per mille e che non siano applicate detrazioni, l’esborso va dagli 84 euro di un’abitazione di 60 metri quadrati e rendita catastale di 500 euro ai 252 di una di 130 metri quadrati e 1.500 di rendita. Si può inoltre ragionevolmente ipotizzare che la tassa sui rifiuti seppur inglobata con nome diverso in un nuovo tributo resti più o meno costante rispetto al 2013.



Sul fronte della tassazione del lavoro le maggiori detrazioni Irpef premieranno i nuclei con reddito non alto, in cui entrambi i genitori sono occupati come dipendenti. Ipotizzando due stipendi da 30 mila e 20 mila euro l’anno, il beneficio sommato è di 273 euro. In un nucleo con una sola retribuzione da 25 mila scende invece a 117 euro. Non c’è invece nessun vantaggio per le famiglie in cui siano presenti solo dipendenti con reddito superiore a 55 mila euro oppure lavoratori autonomi o pensionati. Sempre a proposito di Irpef, ma per la generalità dei contribuenti, resta da verificare l’esito della revisione delle detrazioni oggi del 19 per cento: in caso scattasse il taglio automatico al 18, il minor beneficio sarebbe - ad esempio - di 30 euro su una spesa portata in dichiarazione di 3.000 euro.



L’INCIDENZA DEI RISPARMI

C’è poi il capitolo risparmio: per fare cassa il governo ha portato dall’1,5 al 2 per mille, nel 2014, il bollo sugli investimenti giacenti nei conti titoli presso le banche. Ovviamente l’impatto è proporzionale all’entità degli investimenti stessi: su 100 mila euro, l’aggravio è di 50 l’anno.



In sintesi, l’effetto complessivo della manovra può essere favorevole per un nucleo in cui i genitori siano entrambi lavoratori dipendenti, con un’abitazione non di pregio: in questo caso il beneficio sull’Irpef supera l’esborso legato alla Tasi, cosa che non accade se i capifamiglia sono dipendenti a reddito più alto oppure lavoratori autonomi, o accade in misura minore se il dipendente in famiglia è uno solo.



Rimane però da precisare l’incidenza effettiva del prelievo sugli immobili: se il raffronto è con l’anno 2012, in cui l’Imu si pagava, risulterà decisiva la presenza di agevolazioni per le abitazioni con bassa rendita che versavano poco o nulla.



Ci sono poi situazioni in cui le misure della legge di stabilità portano penalizzazioni, o meglio mancati introiti: è il caso ad esempio dei lavoratori pubblici, che vedono confermato e prolungato il blocco di fatto delle retribuzioni, e dei pensionati con trattamento superiore a 3 volte il minimo Inps (circa 1500 euro al mese): per loro il recupero dell’inflazione 2012 sarà solo parziale.