Nuovo riccometro, ecco cosa cambia
Stretta sulle agevolazioni

Nuovo riccometro
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di Giusy Franzese
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Mercoledì 4 Dicembre 2013, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 12:11
ROMA - I veramente poveri ne avranno sicuramente dei vantaggi. I neo-poveri, quelli che magari hanno una casa di propriet perch ereditata oppure perch acquistata in un momento più florido della propria vita lavorativa, potrebbero ritrovarsi tutto ad un tratto fuori dalle graduatorie. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Isee, l’indicatore che dà il semaforo verde o rosso per l’accesso a gran parte delle prestazioni del welfare. Anche se sono previste maggiori detrazioni per le famiglie numerose (dai tre figli in su), e la possibilità di aggiornare in corso d’anno l’indicatore in caso di perdita superiore al 25% del reddito (disoccupazione, ecc.), di fatto i nuovi parametri rappresentano un giro di vite. Perché si abbassano alcune franchigie e perché tutti i redditi fiscalmente esenti, finora fuori dall’indicatore, adesso ne faranno parte.



A suo vantaggio il nuovo strumento ha soprattutto la stretta sui furbetti. Per alcune prestazioni non sarà più possibile l’autocertificazione. Il che limiterà molto lo spazio per false dichiarazioni. «Basta con gli scandali dei finti poveri» - ha dichiarato il premier Enrico Letta - con chi «va all’università in Ferrari» ma dichiara redditi da fame usufruendo di prestazioni agevolate. Sono vicende che «feriscono i tanti che hanno bisogno». La filosofia, in un momento di scarse risorse economiche, è quella di dare a chi davvero ne ha diritto.





BORSE DI STUDIO NEL CALCOLO

Faranno parte del reddito del nucleo familiare tutte le entrate, anche quelle fiscalmente esenti. È il caso ad esempio delle borse di studio dei giovani ricercatori o degli studenti che vanno all’estero con un programma internazionale, tipo Socrates o Erasmus. O anche di quelle erogate agli orfani di vittime del terrorismo o della criminalità. È il caso anche delle pensioni agli invalidi di guerra o delle forze armate, degli assegni di accompagnamento e di quelli di maternità. Non tutto sarà però calcolato al 100%. I redditi da lavoro dipendente sono detratti di una quota del 20%, fino ad un massimo di 3.000 euro. E così le pensioni, i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari (fino ad un massimo di 1.000 euro). Fuori dall’Isee, invece, gli assegni di mantenimento al coniuge o ai figli in seguito a separazione o divorzio. Nel caso di disabili o non autosufficienti si potranno detrarre da 4.000 a 9.500 euro (in base al grado di disabilità e all’età), oltre alle spese per badanti e rette per istituti di ricovero.





RISPARMI NEL MIRINO

Il valore degli immobili sarà rivalutato ai fini Imu (invece che Ici). Viene ridotta notevolmente la franchigia sul patrimonio mobiliare (titoli, investimenti e conti correnti): si passa dagli attuali 15.500 a 6.000 euro (+2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare oltre il primo, fino a un massimo di 10.000 euro). Per ogni figlio (dal secondo in poi) si sale di altri 1.000 euro. Buone notizie per chi vive in affitto: la cifra che si può dedurre dal reddito passa da 5.165 a 7.000 euro all’anno, più 500 euro per ogni figlio successivo al secondo.