Nuovo piano Indesit: meno esuberi
e programma di reintegri

Nuovo piano Indesit: meno esuberi e programma di reintegri
di Paolo Rubino
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Lunedì 21 Ottobre 2013, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 16:10
FABRIANO - Dopo cinque mesi di trattative Indesit Company stringe per un accordo con i sindacati, e per la seconda volta presenta un revisione del piano di riassetto per l'Italia che ne riduce ancora l’impatto. Meno esuberi, che dai 1.425 annunciati a giugno scendono ora a 1.030: di cui 330 dipendenti da accompagnare alla pensione e 400 inseriti in un piano di graduale riassorbimento (oltre ai 150 impiegati che rientreranno in azienda entro 4 anni); poi più produzioni e investimenti nei tre poli italiani. E’ una ultima chiamata dell’azienda ai sindacati, al tavolo aperto al ministero dello Sviluppo, in un incontro giudicato "costruttivo" dal Governo. Ed i sindacati si sono presi 10 giorni di tempo per valutare se ora ci sono le condizioni per un accordo: risponderanno il 31 ottobre, quando si riunirà ancora il tavolo; dopo un incontro di approfondimento con l’azienda ed un coordinamento nazionale delle organizzazioni dei metalmeccanici. Il gruppo di Fabriano ha fatto dunque ancora un passo avanti rispetto ad un piano di riassetto per l’Italia che fu presentato, lo scorso giugno, come "inevitabile per la salvaguardia e continuità aziendale", senza quindi particolari margini di trattativa. Così poi non è andata. L’a.d. di Indesit Marco Milani è riuscito a trovare spazi anche per una seconda correzione del piano (dopo un primo alleggerimento presentato il 23 settembre), con uno stop al trasferimento di alcune produzioni all’estero e quindi più addetti in Italia, stime di maggiore occupazione legate al ritorno degli investimenti aumentati a 78 milioni, e con una previsione più fiduciosa sul recupero dei volumi di mercato dopo anni di dura crisi.



La parola (dopo circa 6 ore di confronto al Ministero) è passata quindi ai sindacati, ed il sì delle organizzazioni dei metalmeccanici "è indispensabile per l’utilizzo dei contratti di solidarietà" a cui pensa l’azienda per i 1.030 esuberi: una riduzione mediamente al 60% delle ore di lavoro con una retribuzione oltre l’80%, condizioni che verranno alleggerite con l’avanzare del piano di pensionamenti e riassorbimento. A scadenza degli ammortizzatori sociali, indicativamente nel 2018, secondo i calcoli dell’azienda, dopo pensionamenti e dipendenti riassorbiti, "il numero di persone da gestire" scenderà a 300 dai 1.400 annunciati a giugno; meno della metà dei circa 650 già gestiti oggi con la cassa integrazione, indipendentemente dall’avvio del nuovo piano.



Non ci saranno esuberi negli uffici centrali di Fabriano e Milano, con il riassorbimento di 150 impiegati in quattro anni. La stima dell’azienda scende invece a 179 esuberi a fine periodo per il polo di Fabriano (invece dei 480 previsti a giugno): 101 gli addetti che resteranno in fabbrica per le maggiori produzioni previste con l’ultimo aggiornamento del piano (cucine, maxi forni e produzioni speciali; ed attività di service internalizzate), il rientro di altri 150 è legato alla previsione di crescita dei volumi, 50 i pensionamenti. Sono ridotti a 50 gli esuberi previsti, sempre a fine piano, per il polo di Comunanza (erano 230): in 100 dovrebbero rientrare per far fronte alla prevista crescita dei volumi, 80 in pensione.



Come sollecitato dai sindacati e dal governo dopo il precedente aggiornamento del piano, dall’azienda arriva una risposta più forte per il polo di Caserta (più produzione: per esempio tutti i piani di cottura gas ad incasso, anche quelli originariamente destinati agli stabilimenti in Polonia; oltre, anche qui, all’internalizzazione di attività di service): così gli esuberi stimati per fine piano scendono a 71 (da 540): 119 restano in fabbrica per la maggiore produzione, 150 i rientri previsti con la ripresa del mercato, 200 in pensione.
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