Imu, caccia a 440 milioni spunta
l’esenzione per i redditi bassi

Imu, caccia a 440 milioni spunta l’esenzione per i redditi bassi
di Luca Cifoni
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Martedì 3 Dicembre 2013, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 10:35
ROMA - Corsa contro il tempo per evitare che milioni di italiani siano chiamati il prossimo 16 gennaio a versare la cosiddetta mini-Imu insieme alla prima rata della nuova tassa sui servizi. La volont del governo di valutare soluzioni alternative è confermata da vari rappresentanti dell’esecutivo, compreso il titolare delle Infrastrutture Maurizio Lupi, ma si scontra con la necessità di reperire la copertura.



La relazione tecnica al decreto ha chiarito che l’importo a carico dei contribuenti è pari a 440 milioni di euro, maggiore rispetto a stime non ufficiali circolate nelle ultime ore. Al momento è questa la somma che occorre reperire per togliere l’onere del versamento ai cittadini dei Comuni che hanno maggiorato l’aliquota sull’abitazione principale. Sui numeri però c’è ancora qualche margine di incertezza perché l’esecutivo, in raccordo con i Comuni, si riserva di verificare la portata degli incrementi decisi all’ultimo momento, che potrebbe essere un po’ minore di quanto ipotizzato.



I CONTI DEFINITIVI

Quando il quadro sarà definito (verosimilmente entro questa settimana) si valuteranno le effettive esigenze finanziarie e di conseguenza le varie opzioni. Che comprendono l’esenzione in base al reddito, un versamento limitato ai Comuni che hanno deliberato l’aumento di aliquota nel 2013 (salvando quindi quelli, come Roma, che si erano mossi l’anno precedente) e - se ci saranno le risorse - una copertura totale a carico dello Stato. La salvaguardia dei redditi più bassi avrebbe un valore simbolico anche se - inevitabilmente - rischierebbe di tutelare anche una quota di evasori.



Non è nemmeno escluso che il governo scelga di spostare in avanti la scadenza del pagamento, contando sul fatto che un’obbligazione giuridica decisa nel 2013 comunque garantisce una copertura formale. D’altra parte quella effettiva, entro l’anno solare, potrebbe arrivare solo da un ulteriore incremento di acconti (ad esempio quello Iva del 27 dicembre).



Per quanto riguarda l’iter, sembra probabile che il decreto appena pubblicato venga assorbito come emendamento nella legge di stabilità, destinata ad avere il via libera definitivo prima di Natale.



L’esigenza di vigilare con attenzione sui conti di quest’anno è confermata anche dai numeri del fabbisogno diffusi ieri dal Tesoro. A novembre il deficit di cassa è stato di 7,2 miliardi, contro i 4,3 dello stesso mese del 2012. La differenza, spiega il Mef, dipende in gran parte dall’accelerazione nei prelievi delle varie amministrazioni in vista del pagamento dei debiti commerciali: fenomeno già messo in conto nelle stime. Sarebbe quindi ancora possibile centrare l’obiettivo di fine anno, nonostante il disavanzo in 11 mesi abbia già raggiunto quota 94,8 miliardi, circa 30 in più rispetto allo scorso anno.