Gestire l’impresa famigliare
I consigli dei professionisti

Gestire l’impresa famigliare I consigli dei professionisti
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Sabato 17 Maggio 2014, 18:15 - Ultimo aggiornamento: 18:16
ANCONA - Una folta partecipazione ha sancito il successo del convegno su ‘Governance, continuit generazionale e tutela del patrimonio delle famiglie imprenditoriali’. L'iniziativa è stata organizzata da Confindustria Ancona, Asfid Italia, The European House Ambrosetti, Banca Albertini Syz e Ordine dei Dottori Commercialisti di Ancona. Del resto, l’argomento non poteva non interessare e coinvolgere gli imprenditori convenuti nella sede di Confindustria Ancona, poiché quello del passaggio generazionale è un momento delicato che, prima o poi, ogni azienda familiare deve affrontare ed è importante anche per il Paese, essendo l’impresa familiare il modello operativo che più rispecchia le caratteristiche della cultura imprenditoriale italiana: creatività, tenacia, dedizione, attenzione alla qualità e al futuro.



Se si pensa che ogni anno il 6% delle imprese familiari registra un ricambio generazionale e, a livello europeo, il 32% di queste supera il primo passaggio generazionale ma solo il 15% anche il secondo, è evidente il peso delle sfide che le imprese familiari devono affrontare per garantirsi la continuità e uno sviluppo compatibili anche con i cambiamenti che il contesto esterno impone.



Dopo l’introduzione di Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Ancona, che ha ricordato come la questione della continuità tra le generazioni nelle famiglie imprenditoriali sia “cruciale per la crescita, la governabilità e la tutela del patrimonio dell’impresa e della famiglia, purché siano tutelate la competenza e la professionalità, che non sono ereditarie.”



Concetto ripreso da Luca Petoletti, partner di The European House Ambrosetti, che ha focalizzato gli errori comuni nella gestione interna delle imprese familiari e le possibili soluzioni. “Gli sbagli vanno dal non rispettare i ruoli aziendali e le reali vocazioni dei figli, al privilegiare la parentela, a scapito della competenza e del merito, anche di eventuali manager esterni.” Per Petoletti, tali limiti si possono aggirare tutelando impresa e famiglia con soluzioni chiare, non vincoli, istruendo le nuove generazioni aziendali, chiarendo i ruoli dei singoli e anche creando un consiglio di famiglia.



Daniele Piccolo, condirettore generale di Banca Albertini Syz, ricordando il ruolo del banchiere nel processo di crescita aziendale e del passaggio del testimone, ha sottolineato la necessità di affrontare tali tematiche con linee guida precise e tempi adeguati per garantire il successo dell’operazione.

Dal canto suo Francesco De Benedetto, procuratore di Fiduciaria Marche e consigliere del Consorzio Asfid Italia, ha spiegato che il ruolo delle fiduciarie nel family business si caratterizza per l’aspetto dell’affidamento dell’amministrazione del proprio patrimonio da parte dei membri delle famiglie imprenditoriali. “Ciò garantisce equilibri decisionali ed economici, che possono proteggere da liti e controversie tra generazioni, evitando così il blocco dell’operatività societaria”.



Di grande aiuto è stata poi la testimonianza di Roberto Bertozzini, amministratore delegato di Bertozzini Group (costruzioni, immobiliare e pentole), azienda familiare di successo internazionale. Per una valutazione critica e asettica di operare scelte per il bene dell’impresa e del suo futuro è centrale, per Bertozzini, l’importanza data alle vocazioni personali: in un’azienda di famiglia devono far parte i familiari che davvero abbiano la passione utile a ben operare nell’impresa.
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