Il presidente di Confindustria: «Le infrastrutture salveranno le Marche»

Il presidente di Confindustria: «Le infrastrutture salveranno le Marche»
Il presidente di Confindustria: «Le infrastrutture salveranno le Marche»
di Marco Antonini
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Martedì 14 Gennaio 2020, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 14:42

FANO - «Saranno le infrastrutture a salvare le Marche». La profezia è del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ieri pomeriggio ha raggiunto Fabriano, la città della carta, in occasione dei festeggiamenti per il ventennale della Diasen di Sassoferrato, l’azienda attiva nel campo dell’isolamento termico e dei materiali sostenibili per l’edilizia. Al Teatro Gentile, a fare gli onori di casa, Diego Mingarelli, presidente della società e vicepresidente Piccola Industria di Confindustria. 

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«Le Marche sono specchio del Paese» è la definizione data dal presidente di Confindustria, a proposito del gap infrastrutturale marchigiano. «Stiamo dicendo che le infrastrutture sono determinanti in tutto il Paese. L’Italia deve uscire da questa dimensione di Sud di qualcosa, ma deve essere centrale fra Europa e Mediterraneo. Le infrastrutture, per noi, sono un’idea di società, collegano territorio e includono persone. E, in particolare, collegano territori un po’ più periferici e marginali. Quindi - ha detto - abbiano necessità determinante di infrastrutture a partire da regioni come le Marche, ma occorre un piano organico totale per l’intero Paese». Il presidente Boccia ricorda come ci siano «peraltro risorse stanziate, disponibili. La partita è anche affrontare quella che abbiamo definito la questione temporale: in quanto tempo facciamo le cose che diciamo». 
La SS76
Il riferimento è alla SS 76 i cui lavori vanno avanti da troppi anni. Parlando di eccellenze marchigiane, come la Diasen, il numero uno degli industriali ha ricordato come in Italia, ci siano «tante eccellenze ed è il motivo per cui siamo la seconda manifattura d’Europa, abbiamo un’industria molto potente. Il punto è le potenzialità che avremmo come Paese se rimuovessimo parte dei deficit di competitività che abbiamo». Boccia ha poi evidenziato «il senso di comunità e di identità delle Marche, che l’azienda incarna nei suoi valori più importanti». 
La storia della Diasen è stata raccontata dal presidente Diego Mingarelli. «Siamo il frutto - ha sottolineato - di una scelta coraggiosa, quella di investire sulla sostenibilità dei nostri prodotti quando quasi nessuno, nell’edilizia, lo credeva possibile e pochi erano quelli disposti a essere i pionieri e i precursori della scelta green. E noi abbiamo scelto di investire su una materia prima naturale e meravigliosa come il sughero, recuperando la tradizione antica e arricchendola di tecnologia e modernità, con l’obiettivo di rispondere ai bisogni di benessere abitativo delle persone». Ed è proprio dagli scarti della lavorazione dei tappi di sughero che Diasen realizza i suoi prodotti di rivestimento di pareti interne ed esterne agli edifici.
Il convegno 
Nel corso dei lavori sono intervenuti Ermete Realacci presidente Fondazione Symbola, Carlo Robiglio presidente Piccola Industria di Confindustria, Alberto Peretti fondatore di Genius Faber, filosofo del lavoro, Gian Pietro Simonetti HR & Marketing Manager di Diasen. Oggi, all’Oratorio della Carità di Fabriano, è previsto un altro convegno più tecnico e dedicato agli esperti del settore di lavoro Diasen.

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