Eni, indagati per sospette tangenti
l'ad Descalzi, Scaroni e Bisignani

Eni, indagati per sospette tangenti l'ad Descalzi, Scaroni e Bisignani
2 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Settembre 2014, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 15:59
MILANO - L'ad di Eni Claudio Descalzi, l'ex ad Paolo Scaroni, Luigi Bisignani e altri risultano indagati dalla Procura di Milano per un progetto petrolifero in Nigeria. Circa 80 milioni di dollari, ossia una parte della presunta maxi-tangente da 190 milioni che sarebbe stata versata a pubblici ufficiali nigeriani, sono stati già sequestrati nei mesi scorsi dalla magistratura svizzera.



Da quanto si è saputo, infatti, le autorità londinesi ieri hanno sequestrato in via preventiva, su richiesta dei pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, circa 110 milioni di dollari su un conto inglese dell'intermediario nigeriano Emeka Obi. Mentre su un altro conto elvetico dell'intermediario le autorità svizzere, sempre su richiesta della Procura di Milano, avevano già 'congelatò nei mesi scorsi 80 milioni di dollari, ossia la prima parte della presunta maxi-tangente.



Eni «ribadisce la sua estraneità da qualsiasi condotta illecita» in relazione all'indagine della Procura di Milano sull'acquisizione del blocco OPL 245 in Nigeria, e assicura «massima collaborazione alla magistratura e confida che la correttezza del proprio operato emergerà nel corso delle indagini». È quanto scrive il gruppo in una nota nella quale si «prende atto che
«risultano indagati presso la Procura di Milano l'Amministratore Delegato e il Direttore Operazioni e Tecnologie».



In relazione all'indagine preliminare avviata dalla Procura di Milano sull'acquisizione del blocco Opl 245 avvenuta nel 2011, si legge nella nota «Eni sottolinea di aver stipulato gli accordi per l'acquisizione del blocco unicamente con il governo Nigeriano e la società Shell.
L'intero pagamento per il rilascio a Eni e Shell della relativa licenza è stato eseguito unicamente al governo nigeriano. Eni prende atto che, da documenti notificati ieri alla società nell'ambito di un procedimento estero che dispone il sequestro di un conto bancario di una società terza su richiesta della Procura di Milano, risultano indagati presso la Procura di Milano l'Amministratore Delegato e il Direttore Operazioni e Tecnologie. Eni conferma infine che
«sta prestando la massima collaborazione alla magistratura e confida che la correttezza del proprio operato emergerà nel corso delle indagini».





Leggi Corriere Adriatico per una settimana gratis - Clicca qui per la PROMO

© RIPRODUZIONE RISERVATA