Sono oltre tremila, 3.075 per l'esattezza, le aziende sparse in tutto il territorio nazionale e finite nel mirino di un'indagine dell'Inps, in merito ad una presunta frode ai danni dello Stato per ottenere i soldi della cassa integrazione prevista dal Decreto Cura Italia, per far fronte ai danni economici causati dal lockdown.
A rivelarlo è l'Huffington Post. Le aziende sospettate di aver frodato lo Stato avrebbero, stando a quanto in fase di accertamento da parte della Direzione e degli ispettori di vigilanza dell'Inps, assunto a titolo fittizio familiari, conoscenti e persone fidate. Le date di assunzione 'ufficiali', però, sono sospette: tutte entro il 17 marzo, il giorno dell'approvazione del decreto Cura Italia. Ed è così che persone che non hanno mai messo piede in un'azienda sarebbero diventate da un momento all'altro dipendenti, in modo da permettere alle imprese di chiedere per loro i soldi della cassa integrazione garantiti dallo Stato.
Sempre secondo quanto trapelato da fonti interne all'Inps, il fenomeno sarebbe ampiamente trasversale e accomunerebbe tutta l'Italia, da Nord a Sud. Sono 465 le aziende nel mirino delle indagini in Sicilia, 291 a Roma (più 265 nel resto del Lazio), 457 a Napoli e provincia (più 185 nel resto della Campania), 182 a Milano (più altre 195 in Lombardia), 238 in Emilia-Romagna, 158 in Puglia, 139 in Toscana, 119 in Calabria, 85 in Umbria, 56 in Abruzzo, 55 in Sardegna, 42 a Bolzano, 27 a Trento, 22 in Piemonte, 20 in Friuli Venezia-Giulia, 19 nelle Marche, 15 in Liguria, 13 in Veneto, otto in Molise e una in Valle d'Aosta.
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