Confartigianato e l'emergenza Coronavirus: «Aiuti anche agli imprenditori, non sono figli di un Dio minore»

Confartigianato e l'emergenza Coronavirus: «Aiuti anche agli imprenditori, non sono figli di un Dio minore»
Confartigianato e l'emergenza Coronavirus: «Aiuti anche agli imprenditori, non sono figli di un Dio minore»
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Venerdì 20 Marzo 2020, 16:19 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 19:11

Emergenza Coronavirus, Confartigianato chiede misure a sostegno anche degli imprenditori. Il presidente di Confartigianato Sabbatini: "Gli imprenditori non sono "figli di un Dio minore"

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"Questa è una crisi senza precedenti. E’ impensabile che quando si dice : nessuno perderà il lavoro ci si dimentichi di tutte quelle persone che creano giorno per giorno lavoro per se e per i propri collaboratori, persone; non solo numeri di partite IVA - sottolinea Graziano Sabbatini presidente di Confartigianato imprese Ancona - Pesaro e Urbino -, perché dietro il numero ci sono tanti esseri umani con esigenze di sopravvivenza anche per i propri famigliari come tutti i cittadini di questo paese. Purtroppo ancora una volta questo esercito di contribuenti viene discriminato, come figli di un Dio minore, pesi e misure sono diversi, 600 euro sono una cifra inferiore a molti redditi di cittadinanza, rappresentano un’elemosina a chi non chiede mai e contribuisce in maniera sempre attiva al PIL, poco o tanto che sia questo esercito di soggetti comunque versa, sempre più di quanto riceve".

"Allora - ​ prosegue Sabbatini ​- ricordiamo a chi di dovere che: nessuno perderà il lavoro se le aziende non chiuderanno, se gli imprenditori continueranno a lavorare , se insomma il nostro sistema resta attivo e pertanto cominciamo veramente a tutelare le nostre aziende che sono un patrimonio del nostro Paese".
"Chiediamo dunque - afferma Marco Pierpaoli Segretario generale di Confartigianato Ancona - Pesaro e Urbino - che si pensi al futuro di questo Paese e alle sue attività economiche che rischiano di non farcela data l'eccezionale gravità del momento. Pertanto occorre agire in fretta, prima che i danni diventino strutturali e le misure tardive, ​ modificando subito il DL Cura Italia​ durante l'ter di conversione; corrette sono le misure di sostegno per i dipendenti ma si rischia di non avere le imprese alla fine della crisi. Dopo queste prime misure, opportunamente corrette, andrà quindi affrontata la fase due con ulteriori interventi e, ad emergenza sanitaria conclusa saranno necessari provvedimenti dedicati ad indennizzi per i danni subiti dalle imprese da rilanciarne l'attività".

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