La ricetta di Pagliano: "Dall'export
passa la ripresa del territorio"

Il presidente uscente di Confindustria Pesaro Claudio Pagliano
Il presidente uscente di Confindustria Pesaro Claudio Pagliano
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Lunedì 30 Settembre 2013, 18:27
PESARO - "E' dall’export che passa la ripresa". Ne convinto il presidente di Confindustria Pesaro Urbino Claudio Pagliano, il quale nel suo intervento all’assemblea generale dei soci alla presenza di Giorgio Squinzi ha sottolineato la necessit per il territorio pesarese di recuperare un gap nelle esportazioni rispetto alla media regionale e alle aree pi sviluppate del Paese.

"La quota percentuale dell’export sul valore aggiunto è passata dal 19,8% del 2010 al 21,5% del 2011 - ha aggiunto -, ma le altre province marchigiane hanno fatto meglio. Sempre sul fronte dell’export, le Marche sono passate dal 24,1% al 26,6%, come l’Italia, ma distanti dal Nord Est e dal Nord Ovest, cioè dalle aree più sviluppate del nostro Paese".



Nel 2012 le esportazioni pesaresi sono state pari a 2 miliardi e 72 mila euro su un totale regionale di 10 miliardi e 322 mila euro: "praticamente un quinto". L’export pesarese, nel primo semestre 2013, "presenta un incremento del 3,7% con un fatturato estero totale che passa da un milione di euro a un milione e quarantamila euro, mentre l’incremento regionale, depurato da partite di giro è stato del 2,8%. Un dato ancora insufficiente - ha sottolineato Pagliano - se vogliamo iniziare a cambiare il trend negativo".



La crisi intanto fa sentire i suoi effetti. In calo nel secondo trimestre produzione industriale (-0,8%) e vendite sul mercato interno (-3,1%), mentre la disoccupazione "da un fisiologico 3,3% è passata all’8% e quella giovanile (15-24 anni) dall’8,2% al 25,1%. Il totale delle ore di Cassa integrazione nella nostra provincia - ha aggiunto - è passato da 330 mila dell’agosto 2007 a 7,6 milioni dell’agosto 2013, con incrementi notevolissimi per la Cig in deroga che riguarda in prevalenza le piccolissime imprese: da meno di 30 mila ore del 2007 a quasi 4 milioni dell’agosto 2013. E le imprese attive sono diminuite da 40.000 a poco più di 37.000".



Tra le difficoltà del credito, legate anche alla vicenda di Banca Marche, e l’instabilità politica, il presidente di Confindustria Pesaro Urbino ha citato anche vari aspetti positivi, tra cui l’impegno dei giovani imprenditori con il progetto "E se funzionasse?" e soprattutto la coesione sociale, il rapporto di collaborazione con i sindacati e le istituzioni, "che è probabilmente la principale risorsa collettiva di cui dispone la nostra comunità ed è frutto della nostra storia di parti vocate al dialogo e al confronto costruttivo" per risolvere difficoltà occupazionali e ristrutturazioni aziendali.



"I buoni rapporti con il sindacato, con cui è stata sottoscitta un’intesa nel 2012 - ha concluso -, ci aiutano a far sentire la nostra voce critica a difesa del mondo del lavoro". Poi un’altra stoccata alla politica, dopo avere chiesto di "fare presto" a uscire dalla crisi di governo: "non è più tollerabile che il Paese trovi sempre i soldi per la gestione degli apparati politici improduttivi e rinvii a data da destinare la riduzione dei costi, e quando mette in piedi una qualche misura per la crescita, aumenta le tasse".



E infine un appello ai sindaci: "quando sarete chiamati ad occuparvi della cosiddetta Tax Service al posto dell’Imu sui capannoni industriali, ricordatevi che quelli sono luoghi di lavoro, beni strumentali, sedi dove si realizza lo sviluppo e la coesione, non sono come ricordava Einaudi 'mucche da mungere'".
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