Il bonus vacanze non sembra piacere agli operatori del settore. E anche i cittadini si mostrano dubbiosi. Solo un albergo su due avrebbe accettato di aderire all'iniziativa del governo, dato che sale allargando il campo ad altre strutture come campeggi, agriturismi e bed & breakfast. Inoltre, secondo un'indagine sull'impatto dell'emergenza Covid realizzato da Unioncamere e Isnart (Istituto nazionale di ricerche turistiche), il 15% delle strutture alberghiere ed extralberghiere non ha ancora riaperto i battenti per la stagione estiva. Che si prospetta critica anche sotto il profilo occupazionale, con il 98,4% delle imprese che ritiene di dover ridurre gli addetti - fissi e stagionali - rispetto allo scorso anno.
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Dall'indagine, svolta su un campione rappresentativo di oltre duemila imprese ricettive, interpellate attraverso le Camere di Commercio, emerge anche la modesta adesione al bonus vacanze, con il 30,8% delle strutture che afferma di non accettarlo e il 57,6% che dichiara di non avere ricevuto prenotazioni con questa modalità. A determinare la scelta di restare ancora chiusi sono gli elevati costi di adeguamento imposti dalle linee guida del Comitato Tecnico Scientifico (segnalati dal 46% delle realtà che non hanno riaperto in Italia), e le scarse prenotazioni (indicate dal 34% delle imprese ancora non operative).
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Quanto al bonus vacanze, secondo quanto riporta il Messaggero, sembra sia più difficile ottenere lo sconto al Sud Italia: ad aderire maggiormente sarebbero infatti le strutture del Centro Nord. Ed è in forte calo anche la richiesta dei cittadini, partita forte il primo giorno - con quasi 150 mila richieste - e crollata vertiginosamente con il dato di 30mila richieste in ventiquattro ore.
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