Se usi bancomat e carte di credito lo stato
ti restituisce una parte di quanto hai speso

Se usi bancomat e carte di credito lo stato ti restituisce una parte di quanto hai speso
di Mario Fabbroni
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Martedì 1 Ottobre 2019, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 10:29
«Non solo non tassiamo le merendine ma riduciamo l'Iva su pasta e latte e altri beni di prima necessità per aiutare le famiglie. E sapete che c'è? Alla fine dell'anno metteremo anche un pò di soldi in tasca agli italiani con il bonus Befana. Il resto sono chiacchiere e fake news». Alessia Morani, sottosegretario allo Sviluppo economico, annuncia su Twitter il dono dell'Epifania del governo giallorosso. Si tratta del cosiddetto cashback, ovvero la restituzione di parte dell'Iva per chi usa carte e bancomat evitando il ricorso al contante.
 

A quanto si apprende, l'Iva non verrà aumentata su alcun prodotto - esclusi dunque anche quelli di lusso, vedi il tartufo - ma si darà la possibilità al contribuente di cumulare le spese - fino a 2.500 euro - godendo di un super bonus del 19%: un tesoretto che arriverà direttamente sul conto corrente nei primi giorni dell'anno nuovo. Tradotto in soldoni, si tratta di un massimo di 475 euro - vale a dire il 19% di 2.500 euro - di super bonus.
Soldi che verrebbero quindi restituiti in tasca a chi li aveva già spesi in beni acquistati con moneta elettronica in settori più a rischio di evasione fiscale.



Ma il nodo delle risorse non sembra sciolto: nel governo e nella maggioranza si tratterà fino al varo della Manovra, il 20 ottobre. Nel frattempo il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, deve comporre il quadro della nota di aggiornamento al Def in un clima piuttosto teso. Eppure il premier Conte annuncia: «I 23 miliardi per evitare che salga l'Iva ci sono». Non solo: «Calerà l'aliquota su bollette dal 10 al 5% e quella su pane e latte, si avvierà il taglio delle tasse sul lavoro. Io non sono il mediatore tra M5s e Pd, sono il riformatore del Paese». Dall'Ue il governo ha ottenuto un tesoretto di flessibilità di oltre 10 miliardi, che consentono di portare il deficit al 2,2%. Gualtieri sarebbe per una linea della prudenza: non spingersi oltre. Ma fino all'ultimo i partiti sono in pressing per ottenere un decimale in più: salire al 2,3% darebbe infatti 1,8 miliardi.
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