Alitalia, più esuberi nel nuovo piano
Possibili 2.500 tagli, stretta sui manager

Alitalia, più esuberi nel nuovo piano Possibili 2.500 tagli, stretta sui manager
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Domenica 3 Novembre 2013, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 11:32
ROMA - Sar pronto alla fine della prossima settimana. E avr un effetto dirompente sull’assetto attuale di Alitalia. Il piano stand alone che Gabriele Del Torchio, ad della compagnia, sta scrivendo con il contributo degli esperti di Boston Consulting, non farà sconti a nessuno e chiederà sacrifici a tutti, dai piloti agli stessi manager. Del resto la situazione di mercato peggiore delle previsioni impone una terapia shock, ben più drastica di quella definita un paio di mesi fa. Una cura da cavallo che comprende interventi ad ampio raggio, ribaltando le logiche industriali fino ad oggi seguite. Il tutto dovrebbe essere discusso e approvato prima dell’aumento di capitale, cioè del fatidico 16 novembre. Per poi recepire i contributi di Poste e dell’alleato estero.





LE PRIORITA’

Il punto centrale, come ogni piano di ristrutturazione che si rispetti, riguarda il taglio dei costi, a cominciare da quelli del personale. Nelle slides messe a punto da Boston consulting si osserva che i piloti della British, tanto per fare un esempio, costano un 20% in meno rispetto a quelli di Alitalia, per non parlare dei raffronti con le low cost. Nel mirino c’è questa volta, ed è una novità, anche la struttura centrale, che dovrà accettare una sforbiciata agli stipendi. Complessivamente i tagli dovrebbero oscillare entro una forchetta ampia che va dai 1.000 ai 2.500 esuberi e che spetterà agli azionisti calibrare. Senza contare poi il blocco di almeno 2.000-2.500 contratti a termine. Si tratta di cifre, è giusto sottolinearlo, solo indicative che saranno ovviamente discusse con i sindacati e con il governo, chiamato probabilmente a mettere in campo tutta una serie di ammortizzatori sociali per evitare un collasso sociale. Tuttavia i margini di manovra appaiono ridotti visto che la compagnia brucia ogni giorno circa 1 milione di euro. E che il traguardo - a prescindere dall’alleato che verrà - è quello di rendere sostenibile il bilancio aziendale nel tempo. Per questo accanto alle misure «lacrime e sangue» sul personale, ci sono quelle per dare sprint ai ricavi e ridurre sprechi e inefficienze. A tal proposito Boston Consulting propone, anche su indicazione di alcuni azionisti, una rivisitazione dei contratti siglati (dalla manutenzione alle forniture, fino al leasing) che vanno rinegoziati sulla base di standard e parametri uniformi. Come dire che in passato non si è fatta molta attenzione alla incidenza reale sui costi, sottovalutando l’impatto sul bilancio.





ROTTE E RISCHI

Tra le priorità c’è la riorganizzazione delle rotte con una focalizzazione su quelle intercontinentali e internazionali, prevedendo - ed è il punto chiave - una nuova configurazione degli aerei. Gli analisti di Boston hanno infatti scoperto che su molte tratte gli utili arrivano prevalentemente dalla classe economy, mentre business e classica sono in perdita secca o quasi. Meglio quindi - è il suggerimento - ripensare in maniera drastica la strategia commerciale, ottimizzando, tra l’altro, anche le frequenze di alcuni voli allo scopo di poter viaggiare sempre con il massimo dei passeggeri. Del resto, ed è singolare, una delle tratte più in perdita sembra essere proprio la Roma-Parigi dove, proprio a causa di un numero di frequenze eccessive, gli aerei volano mezzi vuoti.





Al di là delle tecnicalità, suscettibili di modifiche in corsa, l’obiettivo finale - spiega un azionista di peso - è presentarsi al tavolo della trattativa, con Air France o altri, con i conti in ordine E senza la pistola puntata alla tempia. Una strada difficile ma obbligata per dare un futuro ad Alitalia.
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