Alitalia-Etihad, si tratta
sui 2.251 esuberi

Alitalia-Etihad, si tratta sui 2.251 esuberi
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Domenica 6 Luglio 2014, 21:11 - Ultimo aggiornamento: 21:12
​L'appuntamento per marted a mezzogiorno quando azienda, governo e sindacati si siederanno al tavolo presso il ministero dei Trasporti per trovare un accordo sugli esuberi di Alitalia. Si tratterà ad oltranza per raggiungere al più presto quell'intesa indispensabile a rendere possibile il matrimonio con Etihad, disponibile ad investire 560 milioni e a rilanciare Alitalia. L'intento, secondo quanto ha affermato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, è chiudere entro il 15 luglio.



La trattativa Trovare una soluzione per i 2.251 esuberi della nostra ex compagnia di bandiera non sarà facile ma la volontà di chiudere c'è da tutte le parti. E anche i sindacati dei piloti (Anpac, Avia, Anpav) che avevano annunciato uno sciopero per il 20 luglio contro la mancata convocazione la settimana scorsa all'ultimo incontro con i sindacati hanno manifestato la disponibilità a trattare e parteciperanno martedì con un tavolo parallelo a quello di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Una soluzione sul personale è fondamentale anche per il via libera delle banche creditrici di Alitalia (Mps, Unicredit, Intesa e Popolare Sondrio), esposte per complessivi 560 milioni di euro e che stanno cercando di trovare un accordo tra loro.



Il vertice «Senza la piena adesione del sindacato al piano industriale non siamo disposti a partecipare al finanziamento», ha infatti avvertito nei giorni scorsi il presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro. «Nell'incontro in programma martedì la prima cosa da fare è vedere il piano industriale, perché quei numeri sugli esuberi devono essere verificati, per appurare se si tratta di un'invenzione contabile o un problema di costi del lavoro, o il risultato di alcune scelte di carattere industriale», ha affermato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti: «Noi vogliamo fare ovviamente un accordo, ma non cacciando via delle persone». E mentre dalla Cisl il segretario generale Raffaele Bonanni sottolinea che bisogna chiudere l'intesa perché altrimenti con l'indotto i posti che potrebbero saltare sono 22 mila e che «qualsiasi soluzione che mantenga in piedi l'occupazione va bene», la Cgil ribadisce che «non esiste il prendere o lasciare quando c'è di mezzo il futuro di migliaia di persone», «bisogna costruire una prospettiva per i lavoratori».

Già, una prospettiva. È evidente allora che il nocciolo della trattativa si sposta piuttosto sulla possibilità di ricollocare i lavoratori in esubero.



I servizi esternalizzati «Intanto sarebbe possibile riportare all'interno dell'azienda tutti i servizi di manutenzione che attualmente sono esternalizzati», dice il segretario generale della Fit Cisl Giovanni Luciano spiegando che questa soluzione potrebbe valere circa 250 posti di lavoro e poi collocare lavoratori in realtà come Adr, Poste e ditte di handling. I piloti dal canto loro hanno proposto «una sorta di Ufficio di collocamento della gente dell'aria che gestisca la ricollocazione di piloti ed assistenti di volo», mentre Etihad ha anche manifestato la disponibilità a fare alcune assunzioni con contratto a termine con base negli Emirati.



Il governo Per il governo Lupi e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti hanno assicurato l'impegno a trovare la soluzione più agevole possibile. «Il governo - ha spiegato Lupi- vuole entrare nel merito degli esuberi nell'ottica del minor impatto sociale possibile, attraverso la ricollocazione dei lavoratori, attraverso attività che possono tornare in Italia, ammortizzatori sociali e strumenti preposti».
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