Alitalia a rischio default
Air France prende tempo

Alitalia a rischio default Air France prende tempo
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Mercoledì 25 Settembre 2013, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 08:10
Alitalia appesa a un filo. A 24 ore dal cda che dovr decidere le sorti di Cai, guerra di nervi. Con i vertici di Air France che hanno accuratamente evitato di mettersi in contatto con il presidente Roberto Colaninno e l’ad Gabriele Del Torchio. Un silenzio che non preannuncia nulla di buono. Il flusso informativo sarebbe stato garantito dagli advisor. Mediobanca e Lazard per i francesi, ieri pomeriggio, avrebbero fatto sapere a Leonardo & Co, consulente di Cai, che Parigi prende altro tempo e non ritiene di presentare una proposta al board di domani. I banchieri di Leonardo avrebbero subito informato Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Pop Sondrio che erano allertate per partecipare al salvataggio, ponendo paletti rigidi: sì a un finanziamento straordinario se i soci faranno la loro parte.



A Parigi starebbe prevalendo una linea di condotta che punta a mettere nell’angolo gli altri soci: per spingerli a mollare la presa, subito e senza condizioni. Air France sarebbe quindi pronta a portare Alitalia sull’orlo del fallimento, evitando di sottoscrivere l’aumento di capitale. Si tratta di una delle opzioni sul tavolo caldeggiata dall’ala dura di Klm.



IL SEGNALE DI MEDIOBANCA

Forse è solo un bluff per spaventare le banche, o forse no. C’è chi ritiene che sia un modo per far intervenire il governo affinchè si accolli i debiti: 577 milioni a luglio, secondo la Centrale rischi di Bankitalia. Di sicuro qualche giorno fa i francesi avrebbero sondato qualche esponente dell’esecutivo ricevendo però segnali di gelo rispetto alle loro pretese. E di sicuro le trattative tra i soci italiani sono in una fase di stallo. Eppure la drammaticità della situazione finanziaria - in cassa ci sarebbero non più di 5-8 milioni - imporrebbe una svolta immediata per far fronte comune. Dal gruppo Riva (che ha conti e titoli sequestrati per il caso Ilva) a FonSai, dagli Angelucci ai Benetton, arriverà invece un no secco all’aumento di capitale da 100 milioni e al completamento dei 55 milioni del prestito obbligazionario non sottoscritti. In questa situazione, in cda potrebbe esserci bagarre, con i quattro uomini di Air France alla finestra, ammesso che si presentino: molti consiglieri hanno il sospetto che disertino l’appuntamento per non trovarsi in imbarazzo. Limitandosi ad osservare il volo della compagnia, senza ossigeno finanziario e con i conti in rosso, verso un default inevitabile. Solo dopo scatterebbe il paracadute di francese: ma senza mezzi freschi il destino appare invece segnato, con i libri in tribunale.



La semestrale che il cda approverà domani dovrebbe registrare una perdita non inferiore a 250 milioni e, secondo l’advisor, c’è un fabbisogno di 450 milioni da coprire. Una decisione dovrà essere presa, come quella di convocare un’assemblea per i provvedimenti del caso, come impone il codice civile. All’ordine del giorno del cda, il collegio sindacale ha infatti voluto che venisse iscritto questo punto. L’assise potrebbe tenersi nella prima decade di ottobre, un modo per rinviare più avanti la palla.





r. dim.

U. Man.


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