Viaggiare da sola, si può. Linda Campostrini: «Da 10 anni giro il mondo da sola senza paura, ho già visitato 58 paesi»

Laureata in psicologia, ha vissuto in Ecuador. Dice: «Non bisogna lasciarsi scoraggiare da paure e pregiudizi»

Viaggiare da sola, si può. Linda Campostrini: «Da 10 anni giro il mondo da sola senza paura, ho già visitato 58 paesi»
Viaggiare da sola, si può. Linda Campostrini: «Da 10 anni giro il mondo da sola senza paura, ho già visitato 58 paesi»
di Maria Lombardi
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Sabato 14 Gennaio 2023, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 16:38

Il mondo di Linda è piccolissimo, va tutto in uno zaino, e immenso. Lei l'ha girato quattro volte. In viaggio da 10 anni, ha visitato 58 Paesi. Tutto da sola. «Parliamo di viaggiatore ed esploratore sempre al maschile, come se fosse roba da uomini. Io voglio far capire che anche una donna può viaggiare in solitudine e non deve lasciarsi scoraggiare da paure e pregiudizi legati a questioni di genere». Linda Campostrini, 29 anni, è partita da Morciano di Romagna, provincia di Rimini, dopo la maturità, e non si è più fermata.
Adesso dove si trova?
«Al confine tra Algeria e Marocco. Mi sto dirigendo vero la Mauritania, vorrei scendere più a sud. Prima programmavo gli itinerari, ora ho smesso. La cosa più bella è vivere il viaggio giorno per giorno, sono le emozioni a dirmi in quale direzione andare. Mi lascio trasportare da quello che accade».
Quando ha deciso che questa sarebbe stata la tua vita?
«Il desiderio di partire è sempre stato vivo in me, ma con la mia famiglia non ho mai fatto un viaggio e nemmeno un week end, non avevamo le possibilità. Quando mia mamma, poco prima della maturità, mi comunicò che si trasferiva in Sicilia e avrei dovuto trovare un altro posto dove vivere, ho preso il coraggio: dopo gli esami, con i pochi risparmi ho fatto un biglietto di sola andata. Avevo 19 anni e 200 euro in tasca, ma sapevo che da quel momento avrei iniziato a essere felice e capire il mondo. Chi sogna di viaggiare deve farlo, subito. Senza la scusa ci vogliono tanti soldi. Se l'ho fatto io partendo da zero, possono farlo tutti. Nessun sogno è così grande da non poter essere realizzato».

 

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L'itinerario del suo primo giro del mondo?
«Francia, Australia, Indonesia, Singapore, Malesia, Thailandia, Laos, Vietnam, Sudafrica, Namibia, Zambia, Zimbawe, Mozambico, Usa, Canada, Messico, Colombia, Perù e Bolivia. È durato un anno e mezzo. Il tempo passato in Australia mi ha rivoluzionato la vita, è uno dei posti più potenti al mondo. Ricordo di aver pianto di felicità saltellando da sola, in una strada dispersa nel nulla, mentre guardavo la Via Lattea. Ora sto concludendo il quarto giro del mondo. Sono partita un anno e mezzo fa dalla Giordania».
Ha continuato gli studi anche viaggiando.
«Per me studiare è fondamentale. Mi sono laureata in Psicologia a Parigi. Ho vissuto in Ecuador, con una famiglia di sciamani, in una foresta sperduta, per approfondire alcuni aspetti della personalità che nella cultura occidentale sono trascurati: la capacità di entrare in contatto profondo con le emozioni, l'empatia, la cura dell'anima».
Come si muove?
«Quasi sempre in autostop. In previsione del mio ultimo anno di università in Canada, sono partita da Cancún e in 4 mesi ho attraversato il Messico e gli Stati Uniti on the road per arrivare in Québec. Non prendo taxi e nemmeno uber ma solo mezzi pubblici. L'autostop ti regala un grande senso di libertà e ti consente di fare una notevole crescita personale e nelle relazioni».
Non ha paura?
«Io ho sempre paura ma scelgo di andare oltre e superare i limiti che le paure ti pongono. Sin dall'inizio mi hanno preso per pazza: una ragazza che gira il mondo da sola. Non sono protetta da un angelo e se da dieci anni viaggio senza problemi vuol dire che si può. Ci vuole tanta consapevolezza, fiducia nel prossimo e la capacità di trasformare qualsiasi situazione, diventandone protagonisti e non vittime. Se davanti a una difficoltà si va in paranoia, c'è il rischio che chi lo percepisce se ne approfitti. Solo una volta ho avuto paura di morire, in Guatemala: un branco di 12 cani mi ha aggredita. In quel momento ho pensato: è finita».
Con che bagaglio viaggia?
«Uno zaino, dentro c'è lo stretto indispensabile. Tutto quello che ho, pesa sulle mie spalle. Ho bisogno di poco. In Colombia ho viaggiato per mesi con un ragazzo indigeno, José, che accettò la mia presenza alla sola condizione di non avere soldi e carte di credito. Me la sono cavata senza un centesimo in tasca, vivendo di artigianato. Adesso ogni tanto faccio la guida e organizzo circuiti, in passato ho fatto qualsiasi lavoro».
Soffre la solitudine?
«I viaggiatori solitari non sono soli, possono condividere qualsiasi momento e scelgono quando stare in compagnia. Per me la felicità è sentirsi liberi, avere pieno controllo del timone della propria vita ed essere chi siamo. Viaggiare da sola mi regala tutto questo».
Con il Covid si è fermata?
«È stato un altro passaggio fondamentale della mia vita.

In isolamento ho trovato un percorso diverso: condividere le scoperte dei viaggi. Nel dicembre del 2021, quando sono partita per il Sud America, mi sono ripromessa che non lo avrei fatto più in silenzio. Adesso sul mio profilo Instagram, @lindacampostrini, racconto le esperienze e cerco di dare una mano alle donne che vogliono fare questo primo passo e non osano perché fermate da pregiudizi. Ai miei 40mila follower provo a trasmettere il coraggio di realizzare i propri sogni, è una competenza che tutti dovrebbero acquisire».

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