Giro d'Italia, Giada Borgato è la prima donna commentatrice: «Pubblico maschilista? Cambieranno idea»

Giro d'Italia, Giada Borgato è la prima donna commentatrice: «Pubblico maschilista? Cambieranno idea»
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Giovedì 6 Maggio 2021, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 07:41

«Prendo il posto di Gianni Bugno: già di mio ho un pò d'ansia, ma è normale che sia così». Parla Giada Borgato, che per Rai Sport commenterà da tecnica il Giro d'Italia numero 104, scelta dal »boss« Auro Bulbarelli e da tutta la struttura. Trentun anni, padovana e campionessa italiana nel 2012, Borgato è in assoluto la prima tecnica a spiegare ad un pubblico piuttosto conservatore e dunque maschilista lo sport che ancora vede Coppi e Bartali come simbolo. «Certamente è un ruolo nuovo -dice all'Adnkronos- e sento la responsabilità di questa cosa e dovrò tenerla sotto controllo. Ma nel gruppo (insieme a lei il giornalista Francesco Pancani e lo scrittore Fabio Genovesi, ndr) c'è già un bel clima e siamo affiatati».

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Più di un secolo è passato da quando Alfonsina Strada, prima donna a confrontarsi sui pedali con i maschi con tutte le polemiche dell'epoca, partecipò al Giro d'Italia: «Grande donna, e grandi donne quelle che hanno combattuto la battaglia che ha portato tutte noi al punto in cui siamo, con il mondo che è cambiato.

La mia esperienza è una briciola rispetto alla loro», taglia corto Borgato.  Sarà difficile far digerire al pubblico la competenza di una donna? «Dovranno abituarsi, e comunque lo sport del ciclismo è quello: far girare le gambe e spingere sui pedali. Tecniche e tattiche sono identiche, anche se l'ambiente del pubblico è ancora maschilista mi accetteranno e magari farò loro cambiare idea».

Intanto, aggiunge, si profila un «bel Giro, diverso dall'anno scorso: meno tappe a cronometro, con in più tratti di sterrato, il ritorno a una tappa storica sullo Zoncolan e delle tappe con arrivo in salita davvero dure, come Cortina e Alpe di Motta. Già i pochi chilometri a cronometro saranno una differenza importante». Per Borgato il favorito di questa edizione è Egan Bernal, «poi con i suoi problemi alla schiena sarà tutto da verificare, ma se ha deciso di partecipare sa di potercela fare. Ma c'è un gran bel pacchetto di atleti ad altissimo di livello, sarà un Giro non scontato». Il recupero di Nibali «è una grande cosa, sappiamo tutti che lui ci tiene tantissimo, il Giro è la corsa di casa. Ma il suo primo obiettivo sono le Olimpiadi. Per come lo conosco si divertirà e ci farà divertire, ed è un campione anche solo per la sua decisione di partecipare. Non correrà rischi o farà cose pazze, ma conoscendolo so che andrà all'attacco, si farà onore. Ma dovrà tenere gli occhi aperti, c'è Tokyo ad aspettarlo».

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