I 60 anni dell'associazione delle imprenditrici: «Dopo la pandemia la parità è un'urgenza»

I 60 anni dell'associazione delle imprenditrici: «Dopo la pandemia la parità è un'urgenza»
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Sabato 22 Maggio 2021, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 09:57

"La forza delle donne per la trasformazione": l'Aidda, l'associazione delle donne imprenditrici e dirigenti d'azienda, festeggia a Torino - la città in cui è stata fondata - i 60 anni e ricorda con la presidente Antonella Giachetti che «non c'è più tempo, la parità è un'urgenza che la pandemia ha fatto emergere con più forza».

Le donne imprenditrici «nel corso di questi decenni hanno creato e sostenuto l'economia del nostro Paese. Oggi ci sono temi urgenti da affrontare e la pandemia, che si è rivelata un flagello ma anche una opportunità per cambiare, ce lo ha confermato», afferma la presidente  Antonella Giachetti. Il ruolo delle donne diventa «fondamentale perchè possono portare una nuova dimensione.

La valorialità femminile può davvero fare la differenza, non solo ai vertici».  

I festeggiamenti della più antica associazione di imprenditrici italiane si sono svlti a Torino, alla presenza della ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, della sindaca di Torino, Chiara Appendino, della chair del W20, Linda Laura Sabbadini.

«Bisogna fare i conti con la resistenza culturale che esiste, in particolare, nel nostro paese», sottolinea Sabatini. «Dobbiamo sapere ad esempio che al sud più del 60% delle donne laureate lavora, contro poco più del 20% di chi ha la licenza media. Dobbiamo abbattere questi stereotipi culturali, spesso inconsapevoli, investendo sulle persone fin da bambini, con una formazione continua».

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LA DEMOCRAZIA

«Dobbiamo dire basta ai libri di testo dove le donne sono rappresentate come casalinghe e gli uomini come dei capi», aggiunge Sabatini. «Serve una rivoluzione culturale». La Chair del W20 si è poi soffermata sul Global Health Summit svoltosi ieri a Roma, sottolineando l’importanza della Dichiarazione di Roma, ma anche la mancanza di attenzione per la medicina di genere, che deve essere al centro della discussione. Vaccini, farmaci dobbiamo sapere che provocano reazioni diverse tra uomo e donna. La Sabbadini ha concluso sottolineando come in Italia sulla parità di genere la democrazia sia menomata. «La democrazia deve sfidare sé stessa. E riuscire finalmente a incorporare l'empowerment delle donne. Nel Pnrr è affrontata solo inizialmente la questione che va vista come solo un punto di partenza. E questo deve essere chiaro al Presidente del Consiglio. Non la annoveri tra le attuali priorità. Non ci ha investito abbastanza per poterlo dire. Deve essere pronto a farlo nel prossimo futuro».

«Per le donne è più difficile fare politica, fare le imprenditrici, è più difficile esporsi», afferma Appendino. «Chiediamoci il perché. Molte donne non sono libere di scegliere, perché oggi vivono in una società in cui sulle stesse donne c'è un carico maggiore. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti, anche grazie ad associazioni come Aidda, ma la battaglia deve essere di tutte la società, perché se c'è più inclusione, c'è più capacità di raggiungere gli obiettivi ed è più giusto».

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