Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Leclerc e la Ferrari SF-75, la coppia perfetta per vincere il Mondiale

Charles Leclerc e Max Verstappen si abbracciamo dopo il Gran Premio d'Arabia a Jeddah
Charles Leclerc e Max Verstappen si abbracciamo dopo il Gran Premio d'Arabia a Jeddah
di Giorgio Ursicino
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Martedì 29 Marzo 2022, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 18:05

Quando porti due monoposto sul podio e non sorridi, le aspettative sono proprio molto alte. La Ferrari è la grande sorpresa di questo inizio di stagione. Due gare nel Golfo, quattro vetture sul podio. Una doppietta all’esordio ed entrambi i giri veloci in gara. Sia a Sakhir che a Jeddah. Qualifiche più o meno dominate, con Perez su Red Bull che è riuscito a beffare le Rosse in Arabia per soli 25 millesimi, un capello a 300 orari. Sergio, per sua stessa ammissione, ha fatto il giro della vita ed è riuscito a partire al palo nel suo GP numero 216. È stata anche la prima volta di un driver messicano. In realtà, la Scuderia di Maranello quest’anno è preparatissima, non ha lasciato nulla al caso. Anche nell’atteggiamento e nella comunicazione. L’unico che in qualche modo rompe il fronte, fa fatica a frenare gli entusiasmi e le emozioni, è il “predestinato”. Un puledro di razza purissima, tutto talento e istinto, un po’ come Verstappen.

Charles, quando la macchina va, è un torello scatenato. Dopo il trionfo in Bahrain si è lasciato “scappare” che vuole prendersi il Mondiale e quando gli hanno sfilato pole e vittoria nel Regno del petrolio aveva il volto più scuro di un bimbo che ha perso il suo giocattolo. È talmente sicuro di sé che perdere proprio non lo digerisce. In particolare se crede di aver avuto la chance per dominare. Mattia Binotto è il terzo lato del triangolo, Wolff, Horner e lui. Dirige, con garbo e tatto, uno dei team di vertice ed ha fra le mani uno dei tre moschettieri: Hamilton, Vestappen e Leclerc. Lewis, si sa, è un fenomeno di un’altra epoca, cerca l’ottavo mondiale che lo accompagnerebbe nella leggenda, ma ha più F1 alle spalle che davanti. I veri fuoriclasse che devono ancora dimostrare tutto quello che valgono, sono Max e Charles e domenica hanno esternato l’impeto che li anima.

Mattia si mostra un Richelieu dal volto umano. Parla della squadra in cui vive da quasi 30 anni come se fosse un commentatore esterno, dice anche le cose che non vanno per essere più credibile. «Stiamo andando bene, abbiamo preso 78 degli 88 punti disponibili, ma dobbiamo aspettare ancora qualche gara per vedere com’è la situazione...».

Per il Team Pricipal di una squadra che ha fatto più punti di Reb Bull e Mercedes messe insieme, se non fosse al di sopra di ogni sospetto la sua onestà intellettuale, potrebbe passare per “frenatore”. Sia come sia, l’ingegnere nato in Svizzera pare avere in canna la cartucce più affilate: il faccia d’angelo monegasco e la F1-75. Leclerc, al quarto anno a Maranello, è pronto, tirato come una corda di violino.

La sua velocità è innata, lo ha evidenziato vincendo tutto nelle serie inferiori. L’esperienza ormai c’è, anche se il ragazzo aveva già dato spettacolo al suo primo anno con la Rossa strappando due gare al Re Nero in due tane mitiche (Spa e Monza). Con le Pirelli di quest’anno sembra trovarsi più a suo agio, mostrando tutta la sua forza, non solo sul giro secco, ma anche in gara. Sin dai primi test a Barcellona sembra avere un feeling perfetto con la nuova auto che richiede un approccio di guida molto diverso. Insomma, non ha punti deboli e, quando sente l’odore della preda, si esalta. Le sue similitudini con il giovane campione del mondo olandese sono numerose, tanto che predestinati paiono tutti e due. Da tecnico sopraffino qual è, Mattia ha seguito passo passo la progettazione e lo sviluppo dell’arma letale.

Fra le varie baby, la F1-75 sembra quella nata meglio, non c’è dubbio. Anche se Binotto ricorda sempre quanto è importante crescere bene. Equilibrata, sincera, affidabilissima ed anche maledettamente rapida, la Rossa 2022 è quella che ha dato meno da lavorare agli ingegneri comportandosi in pista esattamente come nelle simulazioni reali e virtuali. Anche il lavoro in Galleria è andato alla grande, la Ferrari è una delle poche F1 che non salta. La Mercedes, per ora, non c’è, ma la Red Bull è sempre un osso duro, temibile come velocità sul rettilineo che ha permesso a Max di vincere a Jeddah. Il TP ha cercato di tranquillizzare Charles: non credo ci manchi potenza, penso sia un fatto di ali...

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