Un architetto il terrore delle lucciole:
le rapinava e spendeva i soldi al night

Prostituzione (archivio)
Prostituzione (archivio)
di Nicola Cendron
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Martedì 27 Settembre 2011, 10:27 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 19:09
TREVISO - Un architetto 35enne di Conegliano, dipendente di un’azienda della zona, di buona famiglia, con la fedina penale pulita e senza nessun problema economico. Insomma un cittadino al di sopra di ogni sospetto che sabato notte si trasformato in un pericoloso bandito ed ha rapinato, pistola in mano, due lucciole romene di 19 e 31 anni lungo la Pontebbana, tra San Fior e Godega. Fabio Calabrò è stato arrestato verso le 2.30 di notte mentre rientrava a casa dei genitori con cui vive. Due ore prima aveva seminato il terrore tra le «belle di notte» della zona.



Il suo, si sospetta, non sarebbe un raid isolato ma l'ultimo di una serie: gli investigatori indagano ora per scoprire se il professionista coneglianese abbia messo a segno altre rapine simili sempre ai danni delle squillo. Inspiegabili per ora i motivi che abbiano spinto l'uomo ad entrare in azione. Nell'auto utilizzata per i colpi gli agenti hanno recuperato la pistola carica (una Browning calibro 7,65 di fabbricazione ungherese) del padre che aveva trafugato a casa, un coltello a serramanico, la borsetta di una delle lucciole rapinate ed il misero bottino di 80 euro.



Ad incastrarlo sono state proprio le testimonianze delle prostitute che hanno subito avvertito le forze dell'ordine segnalando parte della targa di quell'utilitaria su cui erano salite. In breve tempo, poco più di due ore, gli uomini del commissariato di Conegliano sono riusciti a stringere il cerchio. Fabio Calabrò era entrato in azione verso le 23 di sabato. Alle lucciole si presentava come un cliente educato e normale. La prima ad essere aggredita è stata una 19enne romena, abbordata a San Fior, nei pressi del cavalcavia della Pontebbana: dopo essersi appartato con lei il 35enne ha atteso che si chinasse sulla borsa per prendere un preservativo e sorprenderla. «Dammi tutto quello che hai» avrebbe detto alla ragazza puntandogli contro la pistola. La giovane, terrorizzata, ha consegnato quanto aveva in tasca, 80 euro circa e poi è scesa.



Stesse modalità anche per la seconda rapina, messa a segno a Godega pochi minuti dopo: nel mirino questa volta una 31enne, anche lei romena. In questo caso l'uomo è riuscito a farsi consegnare la borsetta che conteneva però solo documenti ed il cellulare. Dopo i due colpi Fabio Calabrò è andato in un night club della zona per spendere parte del bottino: sospettava forse che le sue vittime potessero aver avvertito le forze dell'ordine.



Non pensava però che la polizia, mobilitata dalla segnalazione della squillo, potesse arrivare così velocemente a lui: dopo le rapine aveva anche cambiato abbigliamento (indossava una maglietta durante le rapine, poi ha infilato una camicia) e persino montatura degli occhiali da vista. Fermato dagli agenti che lo stavano attendendo a casa, ha tentato di negare l'evidenza. «Non sono stato io», avrebbe detto ma poi, messo alle strette, ha confessato.
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