Treviso. Boati sul Fadalto, il capo della
Protezione civile: «Cittadini, preparatevi»

Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, e i luoghi dei boati sul Fadalto
Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, e i luoghi dei boati sul Fadalto
di Alda Vanzan
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Mercoledì 23 Febbraio 2011, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 18:31
TREVISO - Aiutati che il ciel t’aiuta. Lo dice il nuovo capo della Protezione civile nazionale e nel salone di Palazzo Balbi, dove la giunta di Luca Zaia schierata contro la parete, pi di qualcuno alza gli occhi al cielo. Appunto. Nessuno si aspettava ampie rassicurazioni sui boati del Fadalto, ma le parole di Franco Gabrielli, che è il successore di Guido Bertolaso, rischiano di preoccupare, e non poco, chi sta lì dove la terra "fa rumore".



È successo anche ieri mattina: dopo quindici giorni di silenzio, alle 8.29 in Val Lapisina la terra si è fatta sentire, una scossa di magnitudo inferiore a uno, ma sufficiente ad alzare la guardia. Tanto più che adesso è proprio Gabrielli a dire che questi fenomeni non vanno sottovalutati e tantomeno considerati alla stregua di fatti folkloristici. «Sono cose serie», dice il capo della Protezione civile. Che consiglia a chi abita da quelle parti di munirsi, come avviene in California, di un kit di sopravvivenza: una pila, acqua quanto basta, la batteria del cellulare carica.



Gabrielli arriva in Veneto per conoscere il governatore Luca Zaia. Un tour di prammatica, iniziato in Puglia, ma qui associato a un riconoscimento: la consegna della medaglia di benemerenza per l’aiuto prestato dal Veneto in occasione del terremoto d’Abruzzo. È anche l’occasione per fare il punto sull’alluvione (con le donazioni dei privati arrivate ormai a 5 milioni grazie ai 750mila euro offerti ieri da Veneto Banca). Solo che quando Gabrielli arriva a Venezia, i sismografi hanno già registrato la scossa sui monti. E Gabrielli, dopo aver parlato con Zaia, con il vicecommissario per l’alluvione Mariano Carraro e con il capo della Protezione civile veneta Roberto Tonellato, dice ai cronisti che i boati «non vanno sottovalutati».



Ma gli esperti minimizzano, no? Gabrielli non li risparmia: «Inviterei gli studiosi a essere un po’ più cauti. L’esperienza dell’Aquila ha dimostrato che la materia è complicata». E allora che si fa? «Il sistema di Protezione civile regionale è allertato, sono stati potenziati tutti i sistemi di controllo». Dunque si può stare tranquilli? Assolutamente no, dice Gabrielli. «Ai cittadini non dico "state tranquilli", ma "preparatevi". Primo: serve una verifica delle abitazioni, lo stesso cittadino deve farlo. Secondo: bisogna seguire alcune elementari norme precauzionali. Avere con sé una pila, acqua, la batteria del cellulare carica. Non è allarmismo, ci sono paesi, come la California, che convivono con la possibilità di terremoti e si attrezzano». Giusto per demolire anche i più ottimisti, snocciola i dati: «La nostra bella Italia è un paese a rischio sismico, 800 Comuni sono in zona 1, 2000 in zona 2». E in zona 2, rimarca, ci sono i Comuni veneti dei boati del Fadalto. «E pure l’Aquila». Appunto. In 40 anni ci sono stati in Italia 800 sciami sismici che non hanno portato a niente. Eccetto L’Aquila.



Il nuovo capo della Protezione civile nazionale, a sentire i boati sul Fadalto, non ci va. «Sarebbe superfluo, anche per evitare di fare passerelle». Il monito forse rassicura, forse no: «Le istituzioni si devono attrezzare e il Veneto lo sta facendo». E i cittadini devono fare la propria parte. Appunto: «Aiutati che il ciel t’aiuta».
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