Squillo in cambio di appalti
Bufera a Genova, sette arresti

Squillo in cambio di appalti Bufera a Genova, sette arresti
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Giovedì 13 Novembre 2014, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 17:59
GENOVA - Bufera a Genova. Squillo d'alto bordo e serata in locali di lusso in cambio di appalti e favori. Questa mattina i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico e del Comando Provinciale di Genova hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Genova, nell'ambito dell'indagine denominata Albatros, che nel dicembre dell'anno aveva portato a una prima serie di perquisizioni all'interno di strutture operative di Amiu Genova Spa, società municipalizzata che gestisce l'intero settore della raccolta rifiuti urbani per il Comune di Genova, e di altre aziende collegate e operanti nello stesso ambito.



Agli indagati vengono contestati a vario titolo i reati di "associazione per delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, turbata libertà degli incanti, omessa denuncia da parte di un incaricato di un pubblico servizio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e abuso d'ufficio".

Secondo gli investigatori del Noe, gli imprenditori arrestati hanno corrotto alcuni dirigenti Amiu in cambio di favori e concessioni di appalti e lavori. I benefit riguardavano beni ed altre utilità come serate in locali di lusso e offerta di "squillo di alto bordo"».



Le misure restrittive riguardano: Corrado Grondona, 56 anni, dirigente Area Acquisti e Ufficio Legale di Amiu, Gino Mamone, 53 anni, ex titolare della ditta Eco-Ge srl; Vincenzo Mamone, 55 anni, fratello di Gino, titolare della ditta Ares International srl; Luigi Mamone, 28 anni, figlio di Vincenzo, titolare della ditta Impre.Ares srl; Claudio Deiana, 56 anni, titolare della ditta Rgd srl; Stefano Raschellà, 55 anni, titolare della ditta Edildue srl; Daniele Raschellà, 30 anni, figlio di Stefano, contitolare della ditta Edildue srl. È stata richiesta la misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio sul conto di altri tre dirigenti Amiu.



Le mani della famiglia Mamone, in particolare Gino, Vincenzo e Luigi Mamone, si erano allungate anche sugli eventi alluvionali del 2010 e del 2011. È quanto emerge nelle pagine dell'ordinanza del gip Roberta Bossi che ha emesso 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere per il dirigente Amiu Corrado Grondona e sei imprenditori. "Grondona - scrive il gip nell'ordinanza - affidava direttamente a Ecoge (società di cui Gino Mamone era socio di maggioranza) prestazioni di servizi correlate a eventi alluvionali, per l'importo complessivo di 585mila euro, senza compiere gli adempimenti previsti dalla legge".



"Grondona - prosegue il magistrato - affidava alla Edildue (di Stefano Raschellà uno degli imprenditori arrestati ndr) lavori correlati all'emergenza alluvionale del 4 ottobre 2010 per l'importo complessivo di oltre 271 mila euro nonchè all'emergenza alluvionale del 4 novembre 2011 per l'importo complessivo di oltre 186 mila euro senza gli adempimenti di legge".




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