Scontri a Roma, scarcerati 22 arrestati
Alemanno protesta. L'Anm: no a insulti

Un fermo operato il 14 dicembre (foto Riccardo De Luca - Ap)
Un fermo operato il 14 dicembre (foto Riccardo De Luca - Ap)
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Giovedì 16 Dicembre 2010, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 22:40
ROMA (15 dicembre) - Processo per direttissima oggi a Roma per i 22 finiti in cella per gli scontri che luned hanno devastato il centro di Roma. Il pi vecchio ha 36 anni, il pi giovane 18, quasi tutti sono romani. Le accuse sono resistenza pluriaggravata e lesioni. Oltre ai 23 ci sarebbero poi anche dei giovanissimi, dei quali adesso si occuperà la procura dei minori.



Ventidue in libertà e uno ai domiciliari. Tre le diverse sezioni del tribunale di Roma chiamate a pronunciarsi. La V sezione ha confermato gli arresti disponendo i domiciliari per Mario Miliucci (secondo l'accusa trovato con due sassi addosso), la scarcerazione per i genovesi Dario Campagnolo, Emanuele Gatti e Fabrizio Ripoli (per loro ha stabilito il divieto di tornare a Roma), libertà senza misure per il cittadino francese Charlie Plaza, così come per Edoardo Zanetti, mentre per Patrizio D'Acunzo imposto l'obbligo di firma. Il processo per loro è fissato il 23 dicembre. La I sezione penale ha confermato gli arresti stabilendo l'obbligo di firma per Matteo Sordini e Alessandro Zeruoli mentre non ha stabilito alcuna misura nei confronti di Michele Lucani, Matteo Angius e Leo Fantoni. I fermati sono accusati, a seconda delle posizioni, di resistenza aggravata e danneggiamento aggravato. Per loro il processo è stato fissato per il 13 giugno prossimo. La decima sezione e la quarta, infine, hanno disposto la remissione in libertà degli ultimi 11 arrestati, senza misure restrittive ma confermando gli arresti: si tratta di Michele Borromeo, Martino Reviglio Della Veneria e Anna Chiara Mezzani (per loro il processo è stato fissato al 17 febbraio). Liberi anche Sacha Montanini, Angelo De Matteis, Nicola Corsini, Gerardo Moresella, Federico Serra, Andrea Donato, Alice Niffoi e Riccardo Li Calzi. La difesa di quest' ultimo ha mostrato un video che riprende le fasi dell'arresto. Per questi ultimi, accusati, a vario titolo, oltre che di resistenza aggravata anche di lesioni, il processo è stato fissato al 15 febbraio.



Nel provvedimento, la IV sezione scrive che «appare necessario approfondire» il quadro delle accuse nei confronti dei fermati e che «non si ravvisano esigenze cautelari, attesa la eccezionalità dell'evento nel quale le condotte incriminate hanno trovato occasione di manifestarsi, la giovane età e lo stato di incensuratezza degli arrestati, elementi, questi, che inducono a ritenere che la sia pur breve privazione della libertà personale subita abbia avuto una efficacia deterrente idonea a dissuaderli dalla reiterazione di analoghe condotte delittuose».



Tensione tra familiari e forze dell'ordine. Momenti di tensione di fronte ad una delle aule dove si svolgono i processi per direttissima. Al termine dell'udienza di convalida di un gruppo di fermati è scoppiata una gazzarra tra alcuni amici di uno dei fermati e le forze dell'ordine dopo che una ragazza ha tentato di forzare il cordone di polizia formato per far uscire i detenuti. Sono volanti spintoni, qualche parolaccia: la giovane è stata identificata e potrebbe essere denunciata.



Il sedicenne fermato e in un primo tempo rilasciato dopo l'identificazione comparirà domani davanti al gip del Tribunale dei Minori. È il figlio di un esponente della vecchia Autonomia Operaia che fu protagonista negli anni passati delle lotte di piazza. E' anche amico di Mario Miliucci l'unico dei 23 manifestanti al quale oggi il tribunale non ha concesso la libertà. Il ragazzo è accusato di rapina per aver sottratto un manganello e le manette ad un finanziere che era stato aggredito durante la manifestazione. Come si è detto dopo l'identificazione era stato rilasciato ma quando è apparsa sul diversi giornali e su siti la sua fotografia che lo ritrae con giubbotto beige, cappuccio e sciarpa, il ragazzo ha deciso di mettersi a disposizione degli inquirenti. Attualmente è in un centro di prima accoglienza e domani comparirà davanti al giudice che deciderà se lasciarlo in carcere o mandarlo agli arresti domiciliari. Il minore, con precedenti per rissa e resistenza a pubblico ufficiale, era stato fermato in occasione di un episodio diverso rispetto a quello dell'aggressione del finanziere, fotosegnalato e poi rilasciato, in attesa del riscontro della documentazione realizzata durante gli scontri. Proprio durante il fotosegnalamento il minore aveva attirato l'attenzione degli operatori per il fatto che indossava il giaccone al rovescio, verosimilmente per evitare il riconoscimento del colore avena della giacca come ritratta nelle foto anche pubblicate. Alcuni suoi amici riferiscono che ha già partecipato a diversi blitz e manifestazioni a Roma.



Alemanno: «Sono costretto a protestare a nome della città di Roma contro le decisioni assunte dalle sezioni II e V del Tribunale di Roma di rimettere in libertà in attesa di giudizio quasi tutti gli imputati degli incidenti di martedì scorso. C'è una profonda sensazione di ingiustizia di fronte a queste decisioni perché i danni provocati alla città e la gravità degli scontri richiedono ben altra fermezza nel giudizio della magistratura sui presunti responsabili di questi reati. Non è minimizzando la gravità di questi fatti che si dà il giusto segnale per contrastare il diffondersi della violenza politica nella nostra città mentre è evidente che queste persone hanno dimostrato, soprattutto in un momento di grande tensione sociale quale quello che stiamo vivendo, di essere soggetti pericolosi per la collettività. C'è veramente da augurarsi di non vedere queste persone di nuovo all'opera quando qualcuno, nei prossimi giorni, cercherà di contrastare le decisioni del Parlamento sulla riforma universitaria».



«C'è una responsabilità politica che deve essere assunta fino in fondo perché non dobbiamo tornare agli anni 70 - aveva detto questa mattina Alemanno - Mi preoccupa molto la sicurezza del centro storico e nei prossimi giorni farò un incontro con il prefetto e il questore per verificare cosa bisogna fare per difendere il nostro centro da queste aggressioni vandaliche». Per il sindaco «c'è un problema politico: bisogna isolare veramente i violenti perché non basta condannarli quando accade qualcosa o subito dopo. È necessario che ci sia da parte delle forze politiche di opposizione e dei movimenti di protesta una scelta prioritaria e anticipata di isolare i violenti e preferire forme di protesta che non creino occasioni per scatenare gesti di violenza».



L'Anm: «Non possiamo che ribadire che è legittima la critica ai provvedimenti dei magistrati, ma non lo sono gli insulti nei confronti dei giudici e dell'istituzione nel suo complesso», dice Luca Palamara, replicando ad Alemanno.



«Alemanno faccia il sindaco come si aspettano da lui i cittadini, anzichè commentare decisioni della magistratura - dice Roberto Giachetti del Partito Democratico - I romani si aspettano che passino gli autobus, che le strade vengano riparate dalle buche, che la città non si allaghi a causa di una normalissima pioggia e che per spostarsi non si debba stare in fila per ore imbottigliati nel traffico impazzito. Questa è solo una piccolissima parte dei problemi della capitale su cui la giunta Alemanno sta a guardare. La città di Roma non sa che farsene delle sue prese di posizione su decisioni che spettano esclusivamente agli organi inquirenti. Alemanno faccia il sindaco e lasci stare le chiacchiere».



Cosa avrebbe detto Alemanno dei suoi arresti? - domanda polemicamente Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria del Pdci-Fds - Alemanno protesta per la scarcerazioni? Cosa avrebbe detto il sindaco di Roma di se stesso, quando, come riporta corriereromano.it, nel 1982 fu arrestato con l'accusa di aver lanciato una bomba Molotov contro l'ambasciata dell'Unione Sovietica a Roma, scontando 8 mesi di carcere a Rebibbia, e poi assolto per non aver commesso il fatto (come testimonia l'Ansa del 15 maggio 1988)? Oppure, quando, il 29 maggio 1989, insieme ad altri militanti del Fronte della Gioventù, fu arrestato a Nettuno e scarcerato dopo pochi giorni, per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, e tentato blocco di corteo ufficiale in occasione della visita del Presidente degli Usa George H. W. Bush al cimitero di guerra americano (come testimonia l'Ansa del 29 e 30 maggio 1989)?. Dal Sindaco meno ipocrisia. Alimentare le tensioni con dichiarazioni come la sua non fanno altro che buttare benzina sul fuoco. Bene farebbe invece ad indagare sul disagio sociale che anche la città di Roma vive e porvi quindi soluzioni concrete».
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