Saviano: Maroni mi ha sfidato come
Sandokan Schiavone. Il ministro: querelo

Roberto Saviano
Roberto Saviano
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Mercoledì 17 Novembre 2010, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 21:26
ROMA (16 novembre) - Solo in serata il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha offerto il calumet della pace a Roberto Saviano, a conclusione di una giornata in cui erano state roventi le polemiche dopo la puntata di luned di Vieni via con me, che ha fatto registrare un nuovo record di ascolti per Rai 3. In giornata Maroni aveva definito «infamanti» le parole di Roberto Saviano, che ha parlato di rapporti tra 'ndrangheta e Lega al nord. «Se la Rai mi impedirà di replicare, giro la questione al Capo dello Stato» aveva tuonato il titolare del Viminale, chiedendo l'intervento anche dei presidenti delle Camere.



Maroni a Saviano: deponi le armi, l'arrabbiatura mi è passata. «Conosco Roberto Saviano, e lo stimo, per questo sono rimasto sorpreso da lui - ha detto in serata Maroni durante la trasmissione Matrix - Saviano dovrebbe essere al mio fianco, non dovremmo litigare, per questo mi sono arrabbiato. Ma l'arrabbiatura ora è passata e vorrei dirgli di deporre le armi che lui ha imbracciato contro di me.

La Lega è il partito degli onesti e io vorrei invitare Saviano a incontrare i nostri sindaci e i nostri amministratori e fargli vedere quello che fanno e quante pressioni rifiutano. Io dico che Saviano è in buona fede, non posso pensare che si è fatto strumento politico. Ha sbagliato, ha fatto un errore grave, ma vorrei dirgli che la mia battaglia è la sua battaglia, dovremmo unire le forze».



«Non posso credere che Roberto Saviano abbia detto che io sono uguale al boss mafioso Sandokan
- dice Maroni - Gli ho chiesto quindi di smentire quanto apparso oggi nella sua intervista a Repubblica e se non lo fa io non posso accettare di essere definito così. Se lui ritira quelle parole, non faccio niente, ma se insiste a dire che Maroni è uguale a Sandokan dovrò procedere».



«Gianfranco Miglio era un gran provocatore - sostiene il ministro - ma dire che era un sostenitore del rendere legali le mafie è un insulto alla memoria e una caduta di stile visto che è morto e non può replicare».



«Si potrebbe fare molto di più anziché prendersela sempre con chi racconta. Si dovrebbe guardare i fatti, andare oltre, non limitarsi a tirare un sospiro di sollievo perché il consigliere regionale leghista non è stato arrestato. Chiedersi perché gli 'ndranghetisti cercano di interloquire con la Lega. Dire la verità, ossia che c'è un Nord completamente infiltrato» afferma lo scrittore rispondendo all'«attacco immotivato» del ministro dell'Interno. Intervistato da Repubblica, Saviano definisce «inquietanti» le parole di Maroni che lo ha invitato a ripetere le stesse cose dette in tv guardandolo negli occhi. «Mi ha sfidato - spiega - allo stesso modo di Sandokan Schiavone».



L'autore di Gomorra si dice comunque «pronto al confronto con Maroni quando vuole, posso guardare negli occhi tutti. Il ministro ha sbagliato canale». «Non ho fatto altro - precisa - che raccontare l'inchiesta di Ilda Boccassini e di Pignatone. E ho segnalato che il leghista incontrato dal boss Nieri non è stato arrestato. Non cerco lo scontro ideologico - aggiunge - non sono entrato nel merito della vicenda politica». Sul premier Silvio Berlusconi, Saviano poi afferma: «Se vuole venire a fare un elenco come gli altri, nessun problema» mentre definisce «un miracolo», il successo della trasmissione.



«Sono incredulo, confido ancora in un refuso e chiedo quindi a Saviano di smentire, riservandomi ogni azione utile». È dura la reazione del ministro dell'Interno al paragone con Sandokan Schiavone fatto da Saviano.



«Se il ministro Maroni, ritiene di rilasciare una dichiarazione scritta o filmata di precisazione, di rettifica o di replica a quanto affermato» lunedì nel corso di Vieni via con me, «questa troverà posto all'interno della prossima puntata», ha detto il direttore di Raitre, Paolo Ruffini. «Non è sembrato che le parole di Roberto Saviano fossero in alcun modo offensive né della persona del ministro né del movimento politico al quale il ministro appartiene. Ma che abbiano posto come in Gomorra, un altro tema: il tentativo delle mafie di infiltrare il tessuto economico, sociale e politico delle comunità», ha aggiunto Ruffini.



Masi convoca Ruffini. Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, ha convocato per domani pomeriggio alle 16.30 il direttore di Raitre Paolo Ruffini.



«Gli ascolti sono importanti, un fatto positivo. Ma in un servizio pubblico non sono l'unico metro di

misura possibile. C'è una questione di regole che un servizio pubblico ha l'obbligo di osservare: equilibrio, contraddittorio e pluralismo» dice Masi, osservando che Maroni ha diritto e titolo a chiedere uno spazio in trasmissione.



«Vedrò oggi il filmato e deciderò se querelare Saviano», afferma intanto il consigliere regionale leghista della Lombardia Angelo Ciocca che spiega di non aver visto la trasmissione di Fazio e Saviano, ma di essere rimasto «stupito e indignato» dal riferimento fatto dallo scrittore di «Gomorra». «Pensavo di aver chiarito tutto, di aver spiegato: non sono indagato e non centro nulla con la 'ndrangheta: domani vedrò il filmato e deciderò se querelare Saviano».
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