Santoro: «La mia buonuscita? Sono
30 mensilità come per tutti i dipendenti»

Michele Santoro durante una puntata di Annozero (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
Michele Santoro durante una puntata di Annozero (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
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Mercoledì 8 Giugno 2011, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 23:11
ROMA - una decisione della Rai che rispetto. Si poteva fare, non sarebbe accaduto niente di stravolgente. Avremmo fatto un bilancio della trasmissione. Cos, Michele Santoro ha voluto commentare l'annullamento della conferenza stampa prevista per ieri dopo il divorzio consensuale con l'azienda di Viale Mazzini. Nel corso di un'intervista rilasciata al talk-show Agorà, andata in onda questa mattina su Rai Tre, il giornalista ha sostenuto anche che «per 15 volte quest'anno Annozero è stato il programma più visto. Ha il 21% di share su una rete che fa il 9% di media. La pubblicità è in crescita del 20% con la Rai che invece perde il 20% di pubblicità. I dati sono tutti positivi».



Ma sul sul ventilato passaggio a La7 Santoro ha fatto il vago: «Io non ho detto nulla. Lo chieda a Mentana, ne sa più di me». Il conduttore ha detto di essere di umore «ottimo» e alla domanda sulla buonuscita da 2,3 milioni di euro ha replicato: «Vado via con quello che qualunque altro dipendente può ottenere per disposizione del cda, cioè 30 mensilità». Sulla possibilità di tornare a lavorare per la Rai, ha affermato che «è stata una delle cose ho chiesto. Si chiama collaborazione».



«Dalla lettura dei giornali emerge uno scenario che ha le solite tinte fosche degli editti da quello bulgaro in poi. Una sorta di baratto per noi inaccettabile fra interventi dovuti per garantire risorse adeguate (aumento del canone e/o misure per impedirne l'evasione) e le liberta' editoriali ed autoriali». E' quanto afferma in una nota il segretario Usigrai, Carlo Verna. «Insomma con Santoro che va via staremmo sulla strada giusta per avere quel che serve come il pane al servizio pubblico, ma occorrerebbe uno sforzo in più - prosegue Verna -: sacrificare qualche altro nome sgradito al Sovrano, almeno uno tra Floris, Gabanelli o Fazio, meglio se va via Ruffini. Sarebbe un ricatto inaccettabile con annesso un cavallo di Troia. La credibilità di un'offerta plurale vale molto più di risorse indispensabili e dovute, ma assegnate con così disdicevole meccanismo. Siamo certi che i vertici aziendali non abboccheranno».



«Io, come magistrato e politico, e Santoro come giornalista siamo fuori dagli schemi». Questo il paragone del neosindaco di Napoli Luigi de Magistris che ha espresso anche un giudizio a doppio taglio sul conduttore di Annozero: «Mi piace il Santoro delle inchieste, dei reportage di Ruotolo e degli altri inviati. Mi piace meno il Santoro da tribuna politica, quando comincia la rissa tra centrodestra e centrosinistra che mi ha stancato».



Alle parole del premier Silvio Berlusconi secondo cui Annozero gli avrebbe fatto vincere le elezioni, de Magistris ha risposto che «a Napoli ho vinto io, non ha perso Berlusconi. Lui è venuto a fare una brutta figura dando dei senza cervello a chi mi avrebbe votato. Certo Santoro è stato in questi anni un protagonista dell'anti-berlusconismo, di un modello alternativo al berlusconismo. Non sono mai stato invitato ad Annozero per questa campagna elettorale. E le vicende di Napoli sono state tutto sommato poco trattate. Santoro su di me ha raccontato una situazione che si voleva fare scomparire come fatto. Nella prima trasmissione che fece su di me, da magistrato, io non c'ero, lui raccontò non solo la mia storia di magistrato ostacolato a fare indagini su certi poteri, ma anche fenomeni come la raccolta di firme in mio favore. Raccontare i fatti fa paura al potere».



«La dottoressa Lei in una recente intervista su La Stampa ha detto che per lei contano solo il merito e i curricula. Bene, se è così, chieda a Carlo Freccero, l'unico in grado di reinventare in poco tempo una rete, se se la sente di rimettersi in gioco. Questa si sarebbe una risposta seria all'uscita di Santoro dalla Rai». Lo ha affermato il consigliere d'amministrazione di Viale Mazzini, Nino Rizzo Nervo, in un editoriale pubblicato oggi dal quotidiano Europa. Rizzo Nervo ha detto di capire la scelta di Santoro perché «in un paese civile e normale non accadrebbe mai che il più seguito (dal pubblico) dei conduttori televisivi per poter fare il suo mestiere sia costretto a dover contare sui magistrati piuttosto che sul suo editore. Ma l'Italia si conferma ancora una volta come un paese né normale né civile e mai il paragone con lo Zimbawe fu più appropriato».



Rizzo Nervo ha però sostenuto di non poter capire né giustificare «il direttore generale che la separazione, seppur consensuale, ha cercato e assecondato». Poi ha ribadito che «se il problema che più stava a cuore era quello di restituire all'azienda l'autonomia editoriale perduta per sentenza, l'accordo si sarebbe potuto trovare facilmente confermando, però, Santoro come una delle punte d'attacco più pregiate della squadra Rai. Il danno in immagine in ascolti e in ricavi che deriveranno dal probabile ingaggio a La7 è adesso enorme e difficilmente rimediabile».



Il consigliere d'amministrazione ha sottolineato come «senza Annozero, Rai2, rete alla perenne ricerca di un'identità, rischia di spegnersi e di essere superata da Rai3, Italia1 e persino Rete4. Ecco perchè c'è bisogno di uno scatto di orgoglio e di una forte spinta da parte di tutte le componenti professionali dell'azienda. Con la sopravvivenza del servizio pubblico non si può scherzare ed il crollo negli ascolti di Rai2 trascinerebbe verso il baratro tutta l'azienda».



Concludendo si è rallegrato del fatto che, a differenza dell'«editto di Sofia», quando «né Biagi, né Santoro trovarono una rete televisiva dove poter continuare a fare il loro lavoro», oggi il conduttore di Annozero sia supercorteggiato.
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