Rai, riparte Annozero di Santoro
Polemica sul Tg1, pronta mozione Fli

Augusto Minzolini
Augusto Minzolini
di Alberto Guarnieri
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Lunedì 20 Settembre 2010, 14:10 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 20:57
ROMA (20 settembre) - Gioved sera torner in video il “peso massimo” (per ascolti) dell’informazione Rai, Michele Santoro, e la temperatura dentro e fuori viale Mazzini si arroventa.



Al centro del mirino c’è naturalmente, è una costante,
anche il Tg1 di Augusto Minzolini, che duella multimedialmente con il quotidiano La Repubblica. I due giornalisti sono al centro di una nuova offensiva dei futuristi di Gianfranco Fini che stanno preparando una mozione da presentare alla Camera. Si tratta di un appello al pluralismo che dovrebbe contenere anche forti critiche al Tg1 e al direttore generale della tv pubblica Mauro Masi, che ha avocato il controllo sugli ospiti dei talk show. La mozione ha buone possibilità di essere approvata. Pd e Idv la appoggeranno.



Intanto ieri mattina Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo, ha pubblicato un editoriale di Domenico Naso che inizia così: «Giovedì sera torna in tv Michele Santoro. E Santoro, per essere chiari, è migliore di molti altri giornalisti che in questo periodo fanno il bello e il cattivo tempo sulla nostra televisione di Stato. Santoro - spiega Naso - è di sinistra ma non fa un programma dettato dalla sinistra politica italiana. Minzolini o Paragone, giusto per fare due esempi, si comportano in maniera molto diversa. Hanno le loro idee politiche, ed normale che sia così, ma aggiungono il carico del legame organico con il padrone unico. Il loro modo di fare giornalismo spesso sfocia nella propaganda, nella velina di regime, in un prodotto giornalistico confezionato ad arte per far felice il referente politico di turno (che spesso è sempre il solito)».



A replicare scende in campo il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. «Trovo grottesco - dichiara - che ci siano i teorici dei due pesi e delle due misure per la libertà di stampa: per cui è libera se il giornalista è di sinistra, serva se il giornalista o il direttore simpatizza per il centrodestra e per Berlusconi».



Ma è a sinistra che i finiani mietono consensi. «Bene fa Futuro e Libertà ad annunciare una mozione in Parlamento sulle storture dell’informazione pubblica e privata», dicono Vincenzo Vita e Beppe Giulietti. Aggiunge il leader Idv Antonio Di Pietro: «Ho letto la mozione che Futuro e libertà sta preparando sull’informazione, la voteremo se specificheranno meglio alcune cose su Masi e Minzolini».



Mentre il direttore generale Rai prepara, sempre per giovedì, una riunione del cda che si svolgerà nonostante l’assenza del consigliere Guglielmo Rositani (fino a qualche tempo fa molto legato a Fini), Minzolini ingaggia un duello serrato col quotidiano La Repubblica. Il Tg1 aveva già risposto a un servizio del quotidiano sulla “morte” del pastone politico televisivo con un servizio che denunciava una crisi di copie di Repubblica. Ieri a un editoriale di replica del quotidiano (che nega l’emorragia), Minzolini ha risposto sul sito web del Tg1 ribadendo le proprie ragioni e, spesso accusato di censurare notizie, ribaltando l’accusa su Repubblica.



Per il direttore del Tg1, la crisi del suo notiziario è «limitata a duecentomila telespettatori». E la spiega provocatoriamente: «Con le interviste a Veltroni e Di Pietro ho fatto gli ascolti peggiori. Ma faccio servizio pubblico e certo non li taglio». Chiosa che farà discutere: «Se non avessi riposizionato al centro il Tg1 chissà cosa perderei. Infatti oggi i problemi per i notiziari Rai vengono dal Tg3».




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