Preso il teppista con l'estintore:
«Sono pentito ma non sono black bloc»

Il ragazzo fermato (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
Il ragazzo fermato (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
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Martedì 18 Ottobre 2011, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 23:24
ROMA - Vanno avanti le indagini per identificare i teppisti e in mattinata la polizia ha fermato il giovane fotogafato sabato mentre lanciava un estintore contro le forze dell'ordine.



Preso intanto Fabrizio Filippi, 24 anni, lo studente fotografato mentre lanciava un estintore durante gli scontri di sabato. È stato immortalato da numerosi fotografi mentre, durante gli scontri di sabato scorso, impugnando un estintore del peso di circa 5 chili, lo ha prima svuotato agitando l'erogatore in aria, per poi lanciarlo contro le forze dell'ordine. Grazie a quelle foto e al lavoro della polizia scientifica il giovane è stato identificato e fermatodagli agenti della Digos della Questura di Roma, guidati da Lamberto Giannini. Il giovane è stato incastrato anche da un tatuaggio che si vedeva nelle immagini circolate sul web.



Studente di Bassano Romano, in provincia di Viterbo, iscritto al I anno di psicologia in un'università privata, Filippi ha qualche precedente per stupefacenti. È stato fermato sotto casa. E' noto con il soprannome “er pelliccia”. Per lui è scattato il fermo di indiziato di delitto per resistenza pluriaggravata. A incastrarlo un tatuaggio sulla schiena, al fianco sinistro.



Lo studente era diventato per i media uno dei simboli dei disordini avvenuti nella capitale. Determinante per l'identificazione è stato il lavoro del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica, diretto da Laura Tintisona. Risalita al suo indirizzo, la Digos ha ottenuto in tempi stretti un decreto di perquisizione firmato da sostituto procuratore Luca Tescaroli del Pool Antiterrorismo della Procura di Roma diretto da Pietro Saviotti e che si trovava già in Questura per altra attività.



Nell'abitazione del 24enne, la conferma dei sospetti. Il giovane ha consegnato agli agenti alcuni dei vestiti utilizzati durante gli scontri. Alle prime domande si è giustificato dicendo di aver «usato l'estintore per spegnere l'incendio». Il giovane è stato anche riconosciuto da un funzionario della Questura che si trovava nelle vicinanze, lungo la «traiettoria di tiro» dell'estintore.



Alle indagini avrebbero collaborato attivamente i genitori del giovane che lo avrebbero riconosciuto dai tanti scatti di quel gesto e avrebbero aiutato la polizia. I genitori di Fabrizio sono due impiegati. Il ragazzo è iscritto a una università privata.



«Io pensavo che mio figlio stava all'università . Mi dispiace, è un momento troppo pesante per noi - ha detto il padre di Filippi, Roberto, a Radio24 - Non stiamo bene, mi dispiace, ora aspettiamo e vediamo. Lui sta aspettando che venga interrogato, per adesso è un momento troppo pesante. Stiamo tutti male, mia moglie più di me. Fabrizio, in passato, ci aveva dato qualche problema, ma non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere».



«Sono pentito ma non sono un black-bloc. Probabilmente mi sono lasciato trascinare dagli avvenimenti», ha detto Filippi ieri a suo padre. «Mio figlio - ha precisato il papà - non frequenta i centri sociali e non ha mai fatto politica. So solo che sabato è uscito con jeans e maglietta per andare a Roma all'università. Quando io e mia moglie abbiamo visto la sua foto sui giornali, associata ai disordini, siamo rimasti scioccati».



Ci sono quattro indagati anche a Bologna per i tafferugli di mercoledì scorso durante la manifestazione degli Indignati davanti sede della Banca d'Italia e per la successiva irruzione nella sede dell'Unep della Corte d'appello. Tra gli indagati anche Gianmarco De Pieri, leader storico del centro sociale Tpo. L'iscrizione dei nomi nel registro degli indagati è arrivata dopo che è giunto in procura il primo rapporto della Digos, a cui dovrebbero seguirne altri quando saranno visionati altri filmati degli incidenti. Per De Pieri l'accusa è di istigazione a delinquere finalizzata all'invasione di edificio pubblico.



Gli altri reati ipotizzati a seconda dei casi sono resistenza, lesioni e manifestazione non autorizzata. Per due dei quattro indagati ci sono anche le accuse di danneggiamento e rapina per l'irruzione all'Unep. L'accusa di rapina scaturisce dal fatto che a un dipendente sono stati strappati di mano documenti e fascicoli. Per ora non è ancora giunta in procura la denuncia preannunciata dalla manifestante che era rimasta ferita negli scontri. «La procura procederà - ha detto il procuratore aggiunto Valter Giovannini,portavoce della procura - con serenità, celerità e determinazione».
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